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Semafori «rallentatori» in contrasto con il Codice

di Maurizio Caprino e Paolo Giachetti

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Lunedí 13 Ottobre 2008

Finora la polemica era rimasta nell'ambiente ovattato degli addetti ai lavori. Lo spegnimento dei semafori che fanno scattare il rosso per chi va troppo veloce – imposto l'anno scorso dal ministero dei Trasporti – ha fatto molto discutere in Trentino, dove questi impianti erano stati installati in quantità, come in Lombardia e Piemonte: due giovanissimi fidanzati sono stati investiti con conseguenze tragiche in un abitato che avrebbe dovuto essere «protetto» da questi semafori.

Premesso che l'investitore è poi risultato completamente ubriaco e quindi avrebbe potuto comunque causare l'incidente, gli sviluppi della questione sono importanti. Infatti, alcuni esperti contestano il parere ministeriale che ha portato a disattivare i semafori «rallentatori».

In sintesi, il ministero era partito dalla constatazione che il Codice della strada non prevede che i semafori possano essere regolati in base all'eccessiva velocità tenuta da uno dei veicoli che vi si avvicinano (perché assegna loro solo il compito di regolare il traffico agli incroci o sugli attraversamenti pedonali più pericolosi) e impone che infrazioni del genere siano punite usando gli appositi rilevatori (Autovelox e simili). Il ministero fa anche notare che impianti del genere comportano l'accensione del rosso in modo inatteso e quindi pericoloso e che costringono a fermarsi anche coloro che circolano nella stessa direzione del trasgressore, penalizzandoli ingiustamente.

I tecnici che contestano il ministero ammettono addirittura due ulteriori controindicazioni: questi semafori funzionano in modo che chi passa addirittura al doppio della velocità consentita trova comunque il verde, lasciando il rosso solo a chi li segue andando piano; inoltre, non è detto che vengano rispettati da chi va troppo veloce. Ma i tecnici sostengono che si può rimediare, ad esempio installando questi semafori solo in tratti stretti e con curve (dove non si può accelerare più di tanto) e abbinando loro rilevatori che consentono di multare chi passa col rosso. Inoltre, i risultati ottenuti all'estero sarebbero positivi. Insomma, anche nella migliore delle ipotesi, questi impianti non risolvono tutti i problemi.

Probabilmente per proteggere i centri abitati attraversati da traffico veloce sarebbe meglio rafforzare i controlli di velocità. Ma aumentare le pattuglie è difficile, date le note carenze negli organici delle forze di polizia. E installare rilevatori automatici è addirittura impossibile, perché sulle strade urbane il Codice della strada lo vieta. Forse sarà bene modificarlo per autorizzare controlli automatici anche in città, sia pure a certe condizioni. (ha collaborato Fabrizio Patti)

Lunedí 13 Ottobre 2008
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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