Potrebbe essere la volta buona, ma sarà lunga. La riforma organica del Codice della strada che ha mosso il primo passo, con una riunione allargata al ministero delle Infrastrutture, ha probabilità di arrivare in porto, visto che il Governo ha una maggioranza solida e, verosimilmente, oltre quattro anni di legislatura davanti. L'operazione richiederà, però, almeno tre anni: c'è l'intenzione di approvare un Codice snello, stralciando da quello attuale molti aspetti che verrebbero regolati da norme di secondo livello (soprattutto decreti ministeriali), che potrebbero essere emanate solo al termine dei lavori parlamentari. Senza contare che anche questi ultimi potrebbero essere rallentati dalla delicatezza dei problemi in discussione.
Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, è orientato a portare avanti la riforma non come un disegno di legge (strada tentata nel 2007 dal predecessore Alessandro Bianchi), ma chiedendo una delega al Parlamento. La richiesta dovrebbe essere formalizzata verso febbraio, al termine degli incontri con 44 enti e associazioni di categoria (per esempio forze dell'ordine, produttori, consumatori, familiari di vittime della strada, disabili, assicurazioni, agenzie di pratiche, autoscuole, concessionari e registri di auto storiche) cominciati martedì scorso e in calendario fino al 22 gennaio: da qui usciranno i criteri di delega da proporre al legislatore.