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Record di multe per eccesso di velocità

di Maurizio Caprino

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Lunedí 05 Gennaio 2009

Uomo avvisato, mezzo salvato. Ma, quando si tratta di spingere sull'acceleratore, per gli italiani sembra non ci sia avviso che tenga: anche il 2008 ha fatto segnare il nuovo record di multe per eccesso di velocità comminate dalla Polizia stradale, nonostante sia stato il primo anno «intero» in cui agli agenti è stato imposto di presegnalare i controlli e vietato tendere «agguati» con apparecchi nascosti. In compenso, calano le infrazioni più gravi, come emerge dalla ripartizione dei verbali in base all'entità del superamento del limite (è la prima volta che la Stradale rende noto questo dato per la totalità delle violazioni).

Tutte le cifre sono comunque da prendere con le molle, perché possono risentire di vari fattori. Innanzitutto del fatto che il numero di multe non dipende solo dal comportamento dei conducenti, ma anche da numero e durata dei controlli e da dove vengono effettuati. Per esempio, nei tratti in cui i limiti sono sensibilmente più bassi rispetto a quelli generali le violazioni sono più frequenti: sono commesse anche da molti che non sforano le velocità generalmente consentite. Ed è noto che negli ultimi anni la Stradale ha intensificato gli appostamenti in prossimità dei cantieri, per ridurre i non pochi incidenti che costano la vita soprattutto agli operai che vi lavorano.

Sta di fatto che il 2008 si è chiuso con 1.079.960 verbali (+2,1% rispetto al 2007). Ciò conferma il trend in lieve aumento degli ultimi tre anni, quando il numero di multe ha sempre superato il milione, un livello mai raggiunto prima. Ma siamo in un quadro sostanzialmente stabile, senza le impennate degli anni precedenti.

Una stabilità che probabilmente è frutto di più fattori contrastanti. Da una parte, l'obbligo di presegnalare i controlli e rendere visibili i rilevatori di velocità - introdotto il 4 agosto 2007 dal Dl 117/07 (decreto Bianchi) - limita il numero di multe a parità di tutte le altre condizioni; un effetto che fu evidentissimo nei primi mesi di vigenza della norma (non sono mancate - e non mancano tuttora - segnalazioni di casi in cui gli agenti operano con auto-civetta o con altre modalità che sorprendono i guidatori, ma riguardano l'operato dei vigili urbani). Dall'altra, la continua estensione dei tratti autostradali controllati dal Tutor (il sistema che rileva anche la velocità media) porta a un aumento (non rilevantissimo, se è vero che l'incidenza delle infrazioni rilevate in autostrada è scesa al 44,3%, rispetto al 51,2% del 2005, l'ultimo anno senza Tutor), assieme alla distrazione di molti conducenti. E c'è un ulteriore fattore, molto meno noto: la migliore informatizzazione (per esempio, il Tutor "trova" in automatico nomi e indirizzi dei proprietari dei veicoli colti in fallo), che consente di smaltire più verbali senza farli cadere in prescrizione e così gli agenti possono prolungare i controlli perché sanno di poter accertare più infrazioni senza che gli uffici s'ingolfino.

L'influenza dei controlli sulle cifre è dimostrata dal dato più clamoroso, quello del 2003, quando si arrivò a 893.059 multe contro le 459.077 del 2002: quello fu uno degli anni in cui - intimoriti dall'introduzione della patente a punti - i guidatori si comportarono più correttamente, per cui il boom di multe non può che essere dovuto a quante pattuglie furono schierate e a come operarono.
Una maggior correttezza sembra emergere per il 2008 dalla ripartizione delle infrazioni per entità di superamento del limite: la quota dei trasgressori che lo ha infranto per più di 40 chilometri orari è scesa all'11,5%, contro il 14-15% degli anni precedenti. Forse su questo ha inciso anche il caro-petrolio, che probabilmente ha indotto molti a non sfruttare a fondo i motori (condizione nella quale i consumi s'impennano).

All'interno di questa quota di trasgressori, è interessante notare che sono pochi quelli che arrivano agli eccessi più clamorosi, quelli di oltre 60 km/h: sono l'1,1% del totale generale. Su questo dato manca un raffronto con gli anni antecedenti al 2007, per cui non è possibile capire se ciò sia dovuto anche all'effetto deterrente del Dl 117/07, che per questa violazione aveva inasprito le sanzioni (multa di 500 euro anziche 370 e sospensione della patente per almeno sei mesi anziché uno).

L'infrazione più diffusa (mediamente è il 71,9% del totale degli ultimi quattro anni) è quella "intermedia", l'eccesso compreso tra gli 11 e i 40 orari. Un dato che non sorprende: si sa che molti restano in questa fascia perché qui tra le sanzioni non c'è la sospensione della patente. Anche per questo il Dl 117/07 aveva cercato di aumentare la deterrenza, portando da due a cinque i punti da sottrarre. Ma l'operazione non sembra aver avuto effetto, se è vero che la quota di queste infrazioni è salita dal 67,2% del 2006 sino al 79,4% dell'anno scorso.

Una conferma sembra venire dal calo netto (dal 17,7% al 9,1% nello stesso periodo) delle infrazioni più lievi, quello entro i 10 orari. Ma questo dato è poco affidabile, perché influenzato dalle prassi locali: talvolta gli agenti, per ragioni di opportunità, scelgono di non colpire queste violazioni.

Lunedí 05 Gennaio 2009
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