Tutto può accadere, in un corpo di polizia formato da 12mila uomini. Ma l'obbligo di presegnalazione, imposto dal decreto Bianchi (Dl 117/07), è tanto netto che sembra improbabile una sua violazione volontaria da parte della Stradale, che peraltro non ha l'assillo di "fare cassa" come alcuni corpi locali. È più probabile che ci siano stati temporanei problemi, tra l'altro difficilmente dimostrabili in sede di ricorso.
Un segnale può venire divelto in un incidente proprio mentre è in corso il controllo. Inoltre, in alcuni casi si usano segnali mobili (anzi, per il ministero delle Infrastrutture questi dovrebbero essere gli unici a indicare le postazioni temporanee, si veda Il Sole 24 Ore del Lunedì del 22 settembre 2008), che potrebbero volare via anche per un colpo di vento.
In tutti i casi del genere, se si viene multati e si vuole vincere un ricorso, quasi sempre bisogna chiedere alla stessa Stradale se un problema ai cartelli è stato riportato nelle relazioni di servizio degli agenti: di solito, né il guidatore né gli eventuali passeggeri (che potrebbero testimoniare) si accorgono che manca il segnale, salvo che tornino indietro subito (cosa possibile in autostrada solo arrivando all'uscita successiva).
Sul tratto in questione, si aggiunge la mancanza di spazi. La carreggiata è stretta per i segnali normali e, quanto alla possibilità di fare controlli, non ha la corsia di emergenza e offre poche piazzole di sosta.
Proprio su autostrade del genere diventano importanti le postazioni fisse, sulle quali la Stradale sta lavorando. Negli anni scorsi, poteva utilizzarle solo in presenza di agenti, perché non c'erano fondi per effettuare la taratura degli Autovelox, obbligatoria per farli funzionare "in automatico"; ora qualche risorsa c'è (spesso fornita dai gestori autostradali). Anche per questo, ultimamente gli oblò di alcuni vecchi "gabbiotti" sono stati modificati in modo da ospitare gli Autovelox più recenti.