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La crisi? Per Berlusconi «è psicologica». Franceschini: «L'ottimismo non si mangia»

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Silvio Berlusconi torna ad insistere sulle origini «psicologiche» della crisi, portando l'esempio dei dipendenti pubblici che, pur non essendo
«toccati direttamente» dal rallentamento economico, hanno modificato i propri comportamenti.
Rimprovera un atteggiamento colpevole ai «media che dipingono la crisi come irreversibile e catastrofica». E un comportamento «assolutamente colpevole dell'opposizione» anche perchè ritiene «che il momento peggiore sia superato». Il presidente del Consiglio intervenendo da Mosca sulla crisi economica sottolinea che «c'è stato un diluvio, ma dopo tutto è tornato come prima, meglio di prima».

Non è dello stesso avviso l'opposizione.
Dario Franceschini
commenta le affermazioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, che si è dichiarato ottimista sul superamento della crisi economica. «Alla sera non si mangia ottimismo», dice il segretario Pd. E critica le affermazioni del premier: « Quando è troppo è troppo. Ieri la crisi era un problema psicologico, oggi il peggio è passato. Berlusconi deve smetterla di prendere il giro gli italiani». Per Franceschini «non è possibile aspettare che la soluzione cada dal cielo: il governo - dice - deve agire. Noi lo incalzeremo presentando le nostre proposte e non ci accontenteremo di un no, ma pretenderemo un voto in Aula».

Pier Ferdinando Casini
pensa che «il governo non stia facendo nulla per affrontare questa crisi: spera che passi la nottata, ma è un po' poco». Secondo il leader Udc: «c'è un ceto medio che non ce la fa più, ma si è provveduto solamente alle fasce debolissime della popolazione, come dimostra il dato di chi ha usufruito della social card e del bonus famiglia, per cui così non va».

Antonio Di Pietro invita l'esecutivo a pensare «ad investire sull'occupazione e sul lavoro». «In Italia il prodotto interno lordo diminuisce ogni giorno di più perché il governo, invece di investire, spende le poche risorse che ci sono per spese correnti, anzi, per sprechi correnti», sostiene il leader Idv.

Intanto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ribadisce: «anche se il peggio è alle spalle la nostra percezione è che la strada per l'uscita dalla crisi sarà lunga, complicata e dolorosa per arrivare di nuovo ad un livello accettabile». Non volendo sviluppare il tema della crisi per non anticipare nulla della relazione che svolgerà all'assemblea pubblica di Confindustria giovedì prossimo, la numero uno di viale dell'Astronomia sottolinea: il «dato di ieri sul Pil evidenzia che siamo in una crisi molto profonda, inedita e senza paragoni. È la peggiore dalla depressione del 1929 a oggi». A differenza però della crisi del '29, dice Marcegaglia oggi i governi e le banche «anche in Europa, seppure con interventi che riteniamo non sufficienti, hanno avuto una reazione veloce».

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