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Asili nido: Italia spaccata in due

di Ilaria Verunelli

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22 MAGGIO 2009

Difficile per le donne conciliare lavoro e vita familiare. E, parlando di servizi all'infanzia, l'Italia è ancora distante dagli obiettivi europei e "spaccata" in due . Perché, se la spesa media dei Comuni per gli asili nido è di circa 1.242 euro per ciascun residente under-3, la cifra può essere molto diversa spostandosi dal Nord al Sud: i Comuni dell'Italia settentrionale spendono 1.534 euro, contro i 577 del Meridione e delle Isole. Al top Trento, con una spesa di quasi 2.500 euro per bambino, mentre ai posti più bassi si trovano Campobasso, Palermo e Napoli con meno di 500. È quanto emerge da uno studio condotto dal Politecnico di Milano per conto della Fondazione Civicum che ha riguardato 19 Comuni con una popolazione di 9,4 milioni di cittadini (il 16% del Paese). Lo studio si è concentrato su tre forme di erogazione del servizio: gli asili nido gestiti direttamente dai Comuni, quelli di proprietà comunale ma gestiti da terzi (ad es. cooperative di servizi), infine i "convenzionati" gestiti da privati.

In media, i potenziali fruitori di asili nido rappresentano il 3,5% della popolazione (2007): Cagliari, dove i minori di 3 anni sono appena il 2,5% della popolazione, è il comune "più vecchio"; all'estremo opposto Palermo, seguito da Napoli, in cui gli under-3 superano il 4% dei residenti.
Ma qual è il costo di erogazione dei servizi? Per ogni posto in un asilo nido comunale nel nostro paese si spendono in media 8.775 euro; e se Napoli e Palermo sono tra i Comuni che spendono meno per gli asili nido, sono anche quelli che hanno i costi di gestione più alti: sono 12mila euro per ciascun frequentante, il 30% in più della media nazionale.

Un confronto con altre realtà europee. L'Italia resta ancora lontana dall'obiettivo europeo che impone di garantire a un bambino su tre i servizi per la prima infanzia entro il 2010. In media, solo il 14,6% dei bambini ha la possibilità di frequentare un asilo nido comunale o convenzionato. E, la disponibilità di posti nell'Italia meridionale e insulare, con il 7,8%, è molto inferiore alla media (a Palermo è del 3,6% e a Napoli del 2,9%). Virtuose, invece, Bologna (27,6%) e Firenze (24%), vicine all'obiettivo europeo. Basta però guardare Oltralpe per rendersi conto che la strada è ancora lunga: a Berlino, per esempio, la disponibilità supera il 40% e a Madrid è oltre il 35%.

22 MAGGIO 2009
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