Il giornalismo è morto, viva il giornalismo. In un tempo oscuro per la stampa, sia da un punto di vista economico che culturale (con l'ong Freedom House che ha appena declassato l'Italia a paese dove l'informazione è solo "parzialmente libera"), parlare di giornalismo d'inchiesta può sembrare antiquato. Invece, molti credono che sarà proprio questo a tutelare la libertà della stampa. Per riflettere su questo e su altri temi, la città di Marsala (Tp) ospita per la prima volta il Festival del giornalismo d'inchiesta "Chiare Lettere", organizzato e promosso dal Comune siciliano.
Per tre giorni, da venerdì 8 a domenica 10, nel complesso monumentale San Pietro e nel centro storico della città, giornalisti, fotoreporter, scrittori, video operatori e magistrati parleranno dell'importanza di continuare a fare questo tipo di giornalismo, molte volte scomodo, di inchiesta e denuncia. Oltre ad essi, ci saranno anche attori e musicisti (come Frank Di Cioccio della PFM, Neri Marcorè, Ascanio Celestini e David Riondino), che negli ultimi anni si sono contraddistinti per le loro inchieste che hanno informato e fatto meditare gli italiani su molti temi che interessano la vita sociale e politica del paese.
Il Festival si aprirà con un videointervento di Roberto Saviano, poi si dibatterà di mafia e del caso Pasolini, con interventi, fra gli altri, di Oliverio Beha, Claudio Sabelli Fioretti e Andrea Purgatori. Sabato invece si parlerà di economia e legalità con Loretta Napoleoni, si rifletterà sul ruolo contemporaneo del reporter, e Marco Travaglio presenterà il suo ultimo libro. E fra dibattiti, incontri e concerti, anche degustazioni di prodotti siciliani come il cioccolato di Modica, il pecorino siculo dop e l'immancabile vino Marsala. (Ch. B.)