«È immorale usare la paura per tornare, 70 anni dopo, alle leggi razziali"». Attacca sul ddl sicurezza il segretario del Pd Dario Franceschini, intervenendo a un incontro promosso dal Pd con associazioni e operatori nel settore dell'immigrazione. «Ci sono momenti in cui anche un riformista e un moderato - ha detto il segretario del Pd - deve alzare la voce: c'è stato un momento nella storia del nostro paese in cui bambini venivano cacciati dalle scuole a causa della loro religione», ed è quello che si rischia con l'introduzione del reato di clandestinità contenuto nel provvedimento. Per Franceschini, poi, la fiducia posta dal Governo sul ddl sicurezza «porta indietro l'orologio del tempo» e blinda norme di
dubbia costituzionalità. Anche se vengono eliminate le norme che permettono ai medici di denunciare i clandestini che ricorrono alle loro cure o quelle che impongono ai maestri di denunciare i clandestini che mandano a scuola i loro figli, il provvedimento rimane comunque discriminatorio dal momento che introduce il reato di clandestinità. «Viene introdotto il reato di clandestinità, che non è solo contro il buon senso, ma è contro la Costituzione, dal momento che la nostra Carta attribuisce alcuni diritti inviolabili non solo ai cittadini ma alla persona in quanto tale».
«Bisogna smettere di dire le cose in base al consenso che ottengono - ha proseguito Franceschini - ci sono cose giuste che vanno dette anche se si rischia di perdere consenso. Una società che fa convivere le diversità è più giovane, bella e colorata di una che si chiude, è culturalmente una società più aperta in cui i ragazzi vivono meglio». Il segretario del Pd ha assicurato quindi una mobilitazione del partito dentro e fuori il Parlamento, anche insieme alle associazioni della società civile «perchè qui non si tratta di cronaca ma del rischio di cambiare la radice della nostra Costituzione e il rispetto della persona che essa difende».
Santelli: «Franceschini sia serio e non offenda la storia». A stretto giro arriva la risposta di Jole Santelli, vice presidente della commissione Affari costituzionale e relatore del ddl sicurezza insieme a Francesco Paolo Sisto. «Le parole di Franceschini sul ritorno alle "leggi razziali" – ha sottolineato Jole Santelli - suonano talmente spropositate da risultare addirittura caricaturali». Per l'onorevole Santelli, «se esse non evocassero tragici precedenti storici sarebbero da derubricare come l'ennesima, clamorosa gaffe del segretario del Pd che contemporaneamente offende la serietà della Storia e accusa di fascismo anche tutti i grandi paesi europei alle cui legislazioni la nostra proposta si adegua e dove tali norme sono considerate valide e produttive».
Capezzone: «Franceschini ha perso la testa». «È davvero grave che Dario Franceschini si sia abbandonato a dichiarazioni così offensive, evocando il rischio di nuove leggi razziali», ha commentato Daniele Capezzone, portavoce Pdl. «C'è da chiedersi se il leader del Pd non abbia perso la testa. In ogni caso farebbe bene a scusarsi: è indecente che vengano messi in campo
argomenti così infami».