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Berlusconi: Ddl popolare
per ridurre numero parlamentari

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23 maggio 2009


«Sto veramente pensando a un ddl di iniziativa popolare per portare i deputati a 300 e i senatori a 150. Perché un testo di iniziativa popolare? Perché voglio vedere il Parlamento non votare positivamente una legge presentata con il sostegno di milioni di elettori». È la risposta del premier Silvio Berlusconi alle polemiche sulla sua presa di posizione nei confronti del Parlamento e del numero dei parlamentari.

Il presidente del Consiglio ha parlato in una intervista di Rtl e ha ribadito che le sue parole di ieri sono state travisate. «C'è la registrazione televisiva - ha detto a questo proposito - e quella radiofonica: questa mattina i miei colleghi imprenditori mi hanno chiamato in tanti dicendo che leggendo i giornali si sono fregati gli occhi perchè non potevano capire come il resoconto fosse l'opposto di quello che avevo detto nel mio apprezzato intervento»

«Il governo chieda alla prossima conferenza dei capigruppo del senato, come faremo noi del Pd, di mettere immediatamente all'ordine del giorno dei lavori di palazzo madama la nostra proposta di riduzione del numero dei parlamentari». È la risposta di Anna Finocchiaro, la capogruppo del pd al senato, all'iniziativa di Berlusconi: «Le senatrici e i senatori del Pd la voteranno». Poi la Finocchiaro conclude: «Invece di invocare proposte di iniziativa popolare, il Presidente del consiglio provveda, se può e se é in grado, a farla votare dai suoi senatori».

In giornata, il Pd aveva chiamato a raccolta le altre forze di opposizione in Parlamento per definire una risposta comune a quello che viene considerato un attacco del premier alle «prerogative del Parlamento». I capigruppo democratici Antonello Soro e Anna Finocchiaro hanno scritto una lettera ai colleghi di Idv e Udc sollecitando un incontro al più presto: «Le recenti dichiarazioni di Berlusconi all'assemblea di Confindustria costituiscono un fatto di straordinaria gravità», scrivono Soro e Finocchiaro. «La reiterata manifestazione di ostilità e disprezzo verso le prerogative del Parlamento meritano una risposta adeguata. Siamo pertanto a proporvi di incontrarci per stabilire le modalità della nostra iniziativa». Intanto, Soro ha già convocato per martedì mattina la riunione dei deputati del Pd proprio per definire le «iniziative politiche» da intraprendere «per difendere il ruolo del Parlamento».

La risposta di Di Pietro
«La giusta risposta a Berlusconi non sono le solite riunioni e le sterili parole, ma azioni e provvedimenti determinanti. Per questo l`Italia dei Valori ha promosso una mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio che non riteniamo moralmente e politicamente degno di rappresentare questo Paese». Lo afferma in una nota Antonio Di Pietro, leader dell`Italia dei Valori, in risposta alla richiesta di incontro formulata dai capigruppo del Pd.

La posizione dell'Udc
Anche l'Udc ha respinto la proposta del Pd di un incontro per mettere a punto una risposta comune alle affermazioni del premier Silvio Berlusconi sul parlamento. «Rispettiamo il Pd, con cui spesso collaboriamo in parlamento, e riteniamo anche noi gravi le dichiarazioni di Berlusconi», hanno dichiarato in una nota i capigruppo Udc di Camera e Senato, Michele Vietti e Gianpiero D'Alia. Tuttavia, hanno spiegato «non siamo disponibili ad alcun incontro, in piena campagna elettorale, almeno fin quando il Pd non cambierà idea sul sostegno al referendum, che consegnerebbe proprio a Berlusconi, e per lungo tempo, il governo del Paese».


Fini: sforbiciata a Enti locali e non contrario riduzione parlamentari
Gianfranco Fini non è contrario alla riduzione dei parlamentari, anzi è a favore di "una sforbiciata" anche agli enti locali, "da sempre dico che il ceto politico è pletorico e abbondante": lo ha precisato lo stesso presidente della Camera, parlando al convegno 'Crescere tra le righe', riferendosi ad alcuni titoli di quotidiani che avrebbero distorto la sua posizione. «Chi l'ha detto che Fini è contrario alla riduzione dei parlamentari?», ha detto, aggiungendo che poi «non ce la possiamo prendere coi cittadini se leggono i giornali ed hanno meno fiducia nella politica. Il cittadino ha il diritto di essere informato e vedere cosa la politica fa: evitiamo di cadere in questa sorta di teatrino, di gioco di società, di tritacarne, che alla fine finisce per ridurre la qualità della politica e dell'informazione». Allo stesso modo, Fini si è dichiarato a favore di un 'dimagrimento' nelle istituzioni locali, dove «è il momento di dare una sforbiciata» agli enti locali: «E' giusto anche ridurre il numero di consiglieri comunali - ha osservato - e dei consiglieri d'amministrazione delle municipalizzate. Se la politica 'si restringe' un po' non viene meno la democrazia, ma fa bene alle casse ed è un esempio per la società».

23 maggio 2009
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