PALERMO - Una conferenza stampa convocata d'urgenza per annunciare una decisione dirompente: il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, azzera la sua Giunta. Dopo aspre polemiche con la sua maggioranza, dopo scambi di accuse con pezzi del Pdl e con l'Udc di Totò Cuffaro, in piena campagna elettorale per le elezioni europee e le amministrative, il leader del Movimento per l'Autonomia "demolisce" il suo governo: «Questa casa va rasa al suolo e ricostruita», dice senza mezzi termini, invitando gli assessori a «ritirare le deleghe», perché «stare in questo governo significa non sabotarlo».
È la resa dei conti dentro il Centrodestra, che appena un anno fa aveva trionfato alle Regionali con il 65% dei voti. «Con chi qui dice una cosa e fuori spara a zero, o a Roma si lamenta, non si va da nessuna parte», accusa però adesso il governatore autonomista, stanco di dovere fare i conti con litigi e tensioni interne alla coalizione: «Per ogni disegno di legge del governo – rileva – ce n'è un altro di altre forze della stessa maggioranza: questo non potrà più essere tollerato».
Piano di rientro della sanità, riforma del sistema dei rifiuti, gestione dei fondi europei ancora bloccati: questi i principali temi in agenda. E Lombardo promette una nuova Giunta in tempi brevi: «Entro 48 ore metteremo su un governo, che sarà anche e soprattutto un governo di alleanza sociale: le forze produttive e del lavoro e i corpi vivi della società siciliana dovranno partecipare. Si riscrive un programma e si riparte con chi ci sta».
Il Pd, principale forza di opposizione, parla di «giusto epilogo del fallimento del centrodestra», mentre l'Idv invita il governatore a dimettersi. Le reazioni del Pdl, principale antagonista dell'Mpa, si fanno attendere, ma non saranno certamente più tenere.