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Berlusconi chiude la campagna tra i fischi a Cinisello Balsamo

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19 giugno 2009

Comizio breve ma intenso quello del Presidente del Consiglio per la chiusura della campagna elettorale a Cinisello Balsamo con i candidati alla presidenza della Provincia di Milano e al comune dell'hinterland, Guido Podestà e Carlo Lio. Il Premier è stato accolto e più volte interrotto da fischi e contestazioni di un centinaio di persone presenti in piazza Gramsci. A loro si è rivolto con parole nette e dure. «Abbiamo anche la contestazione, evviva - ha detto in apertura di discorso - così almeno tutti potete capire le differenze tra noi e loro». In un crescendo di indignazione, il Premier ha urlato dal palco: «vergogna, restate poveri comunisti».

Nel suo discorso durato circa trenta minuti, Berlusconi è tornato a lanciare un messaggio chiaro all'opposizione: «è inutile che speriate di buttar giù questo Governo con trame giudiziarie e attacchi mediatici siamo la maggioranza del Paese e in un Paese democratico la maggioranza governa». Il Presidente del consiglio, arrivato a Cinisello con oltre un'ora di ritardo, reduce dal Consiglio europeo di Bruxelles, ha subito precisato: «io non mi indigno mai, ma questa volta sono veramente indignato». Poi riferendosi al gruppo di terremotati dell'Abruzzo che hanno manifestato davanti a Palazzo Chigi contro il Governo per il timore che le promesse fatte non vengano mantenute, ha detto: «hanno organizzato una manifestazione a Roma, hanno strumentalizzato le paure e i morti, vergogna».
Riferendosi all'opposizione ha sottolineato: «siamo antropologicamente diversi, noi amiamo e rispettiamo gli altri. Mi fate pena e disgusto». E ha aggiunto: «sono invidiosi, non capiscono le persone: alla mia età potrei ritirarmi ma per come fanno mi costringono a rimanere».

Per smorzare i toni, poi, però, ha accontato una barzelletta parlando di se stesso in terza persona. Berlusconi ha descritto la vicenda di un premier che finisce all'Inferno «perché anche lì leggono Repubblica e l'Unità», ma risolve in un mese tutti i problemi di quel luogo di dannazione. Forte del successo viene chiamato in Paradiso dove sistema i malfunzionamenti con la stessa velocità. A quel punto viene ricevuto dal Padreterno che, dopo un colloquio molto più lungo del previsto, esce dicendo: "Caro Silvio, questa tua idea di trasformare il Paradiso in Spa mi ha convinto. Solo una cosa non ho capito, perché io dovrei fare il vice?".

19 giugno 2009
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