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Voli di Stato, Berlusconi indagato. Ma è «atto dovuto»

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4 giugno 2009

Il nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sui voli di Stato.
Si tratta, sottolineano fonti giudiziarie, di un atto dovuto. L'inchiesta è stata avviata dopo la denuncia presentata dal Codacons sul trasferimento in Sardegna di ospiti del premier su velivoli dell'Aeronautica militare. L'ipotesi di reato è quella di abuso d'ufficio.

«Sono soddisfatto di vedere che ancora una volta emerge chiara la meschinità dei nostri avversari - ha dichiarato il premier durante un collegamento telefonico con l'emittente Telelombardia - Questa cosa non significa niente e l'indagine sarà prontamente archiviata». Berlusconi ha spiegato che «c'è una norma promossa dalla presidenza del Consiglio che chiarisce bene che il presidente del Consiglio, che deve quasi per forza usare i voli di Stato per la sua sicurezza, può portare con sé a costo zero chi ritiene che sia da portare».
La stessa posizione il premier l'ha ribadita nel salotto di "Porta a Porta": «Sono nella tranquillità più assoluta perché abbiamo seguito le regole», ha detto Berlusconi. Si tratta di «cose molto meschine» perché un premier è costretto per ragioni di sicurezza ad usare voli di Stato.
«E se qualche volta - ha aggiunto - su questi aerei c'è qualche passeggero in più non costa una lira perché l'aereo è già impiegato in quel tragitto: è questione di praticità e pragmatismo».

Alla procura di Roma c'è molta prudenza. L'indagine potrebbe presto riguardare, almeno come atto dovuto, un'ipotesi di reato di abuso di ufficio, che sarebbe allo stato privilegiata rispetto al più grave reato di peculato. Una conferma indiretta della piega che prenderà l'inchiesta si potrà avere dall'eventuale trasferimento del fascicolo dalla procura di Roma al tribunale dei ministri, che - proprio in quanto organo «ad hoc» - non tratta procedimenti a carico di ignoti.
Il codice di procedura penale stabilisce, infatti, che se un'indagine coinvolge un esponente del governo, la procura ha l'obbligo di trasmettere il relativo fascicolo entro 15 giorni al tribunale dei ministri, al quale compete il seguito della trattazione della vicenda giudiziaria.
L'inchiesta, in definitiva, potrebbe seguire lo stesso percorso di quella, per fatti analoghi, che ha riguardato in passato gli ex ministri Francesco Rutelli e Clemente Mastella.

4 giugno 2009
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