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Gheddafi: «Italia ora amica»,
ma salta il discorso in aula al Senato

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10 giugno 2009
Il presidente del Consiglio dei Silvio Berlusconi accoglie nel cortile di palazzo Chigi, a Roma, il leader libico Muammar El Gheddafi (Ansa/Claudio Onorati)

«Un'era si è chiusa ed è ne è iniziata una nuova». È solenne il leader libico, Muammar Gheddafi, nell'annunciare una nuova epoca di relazioni diplomatiche con l'Italia nella conferenza stampa a Villa Madama con il premier Silvio Berlusconi. «I governi precedenti hanno fallito. Non è che non ci abbiano provato, ma quella di Berlusconi è stata una decisione storica coraggiosa, nel chiederci scusa per il colonialismo».

Gheddafi, elogiando l'operato del premier, ha parlato del «mio amico Berlusconi», «un amico che tutti i libici oggi conoscono dopo le sue numerose visite utili in Libia che hanno spianato la strada al trattato». «Il popolo libico - ha continuato Gheddafi - ha apprezzato moltissimo questa posizione». Il colonnello libico ha elogiato l'Italia «come unico paese ad aver purificato il suo passato dalle politiche imperialiste». Da parte sua, il premier Berlusconi ha dichiarato di aver colto «il frutto di un lavoro di 15 anni», ribadendo «la stima e la profonda amicizia» che lo lega al colonnello Gheddafi, «una persona di grande saggezza». Il presidente del Consiglio ha ricordato «il dolore del popolo libico», «i rapporti difficili» che sono intercorsi tra i due paesi per molti anni. «Ora c'è una pagina nuova, sono felice per la conclusione di questa vicenda», ha sottolineato il capo del governo, che ha dato appuntamento tra circa un mese a Gheddafi all'Aquila, in occasione del G20, nella sua veste di presidente dell'Unione africana.

A Roma, il colonnello e Berlusconi hanno siglato anche alcuni accordi bilaterali. In particolare sono stati firmati i documenti relativi alla convenzione per evitare la doppia imposizione fiscale per le aziende italiane che operano in Libia, i memorandum d'intesa per l'agevolazione del rilascio dei visti e per la cooperazione economica, scientifica e tecnica, per lo sfruttamento delle risorse marine, oltre ad accordi per borse di studio in favore di studenti indigenti. «Le porte sono aperte alle aziende italiane in Libia e a tutta la cooperazione», ha ribadito Gheddafi, che domani - dopo le proteste dell'opposizione - terrà un discorso a Palazzo Giustiniani, in sala Zuccari, e non in aula al Senato, come deciso in un primo tempo.

Il leader libico, da parte sua, ha annunciato che chiederà all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, nella sua veste di prossimo presidente di turno, che l'Italia abbia un seggio permanente. «L'Italia ha giustiziato Mussolini, ha fatto cadere il fascismo e questo - ha detto il leader libico - va preso in considerazione. L'Italia va ricompensata, è più meritevole di altri di avere un seggio permanente perché ha combattuto il fascismo e il nazismo».

Berlusconi ha anche raccontato come sia «stata concretamente decisa una consultazione preventiva» tra Italia e Libia su alcune importanti questioni internazionali. «Abbiamo deciso una politica comune sul corno d'Africa - ha aggiunto - si è parlato delle forniture di energia e della possibilità di ampliarne la quantità. Si è discusso ancora delle facilitazioni che avranno gli imprenditori italiani che vorranno impegnarsi in Libia e Gheddafi ha illustrato un grande piano di infrastrutture per la Libia, rispetto al quale le imprese italiane saranno in prima fila perl'assegnazione dei lavori».

Sullo spinoso tema dell'immigrazione dalle coste libiche verso l'Europa e l'Italia in particolare, il colonnello Gheddafi ha detto che si tratta di «una marcia che difficilmente può essere bloccata. È un'immigrazione che si impone con forza». «Ci sono attrazioni forti che portano a venire verso l'Europa», anche se, ha chiosato il leader libico, «il fatto che ci siano milioni di uomini che chiedono il diritto d'asilo fa ridere: la maggior parte dei migranti che dall'Africa si dirigono in Europa è gente che vive nella foresta, nel deserto. Non hanno problemi politici».

Al termine della conferenza stampa Gheddafi sarà ospite per cena del presidente del Consiglio: il menu tricolore prevede le tradizionali pennette tricolori precedute da un insalata caprese e seguite da una tagliata di filetto di Chianina. Quindi alcuni contorni, un piatto di formaggi e per concludere della gelateria italiana. Oltre ai due leader Villa Madama vedrà seduti a tavola la folta delegazione libica e sei ministri italiani: Tremonti, Frattini, Maroni, Scajola, Zaia e Carfagna oltre all'immancabile sottosegretario alla presidenza, Gianni Letta. Presente inoltre il finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar.

10 giugno 2009
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