«L'America non vuole la libertà per i popoli, ma vuole colonizzare il mondo». Ribadisce e specifica concetti anti-americani il leader libico, Muammar Gheddafi, nel corso del suo intervento nell'Aula Magna della Sapienza, coem già aveva fatto nel suo intervento al Senato questa mattina. Gli Stati Uniti, ha aggiunto il colonnello, «volevano uccidere Gheddafi perchè non voleva sottomettersi e desiderava essere libero». Scontri fra studenti e polizia hanno anticipato la visita del leader libico Gheddafi nel primo ateneo della Capitale. All'arrivo di Gheddafi i ragazzi dell'Onda hanno lanciato vernice rossa contro le forze dell'ordine, macchiando scudi e divise. I carabinieri hanno reagito con una carica di alleggerimento. L'incontro, che era già slittato dalla tarda mattinata al primo pomeriggio, è stato segnato da una serie di proteste degli universitari. «Gheddafi e Berlusconi li vogliamo sui gommoni», è lo slogan adottato. Tra i simboli della protesta, quattro canotti gonfiabili che simboleggiano i respingimenti dei clandestini. L'ingresso del leader libico Gheddafi è stato accolto da un' ovazione di una cinquantina di curdi che mostravano bandiere con l'effige di Ocalan, il leader del Pkk. Contemporaneamente gli studenti, dalla parte opposta dell'edificio del rettorato, Curdi, hanno acceso fumogeni e contestato l'ingresso del leader nell'ateneo al grido di «vergogna vergogna», con cori anche contro il rettore dell'università La Sapienza Luigi Frati.
Applausi e fischi dentro e fuori l'ateneo. In un ateneo blindato, con carabinieri e polizia in assetto antisommossa e cordoni di transenne per tutto il percorso dall'ingresso dell'ateneo in piazzale Aldo Moro al rettorato, e nel piazzale interno di fronte all'edificio, Gheddafi è stato accolto da striscioni e cartelli. Con proteste dentro e fuori dall'aula magna dell'ateneo dove, fra applausi e fischi, ha tenuto il suo discorso. Un signore del pubblico ha inveito contro il leader libico ricordandogli i rapporti di organizzazioni come Amnesty International sulle condizioni spaventose delle carceri libiche e il rais di Tripoli ha esposto la sua teoria al riguardo. «Se venissero qui un milione di persone dicendo di essere rifugiati politici - ha detto Gheddafi - li accettereste? Poi un altro milione, poi venti e poi cinquanta, li accettereste? Se lo farete sarebbe davvero una grande cosa. Se li accetterete io sarò con voi sempre nel rispetto dei diritti dell'uomo».
L'Europa chieda perdono per il colonialismo. L'Europa al G-8 di luglio, ha detto Gheddafi, «chieda perdono per il colonialismo e si cominci a ragionare sull'indennizzo. L'europa ha rapinato le risorse dell'africa, e deve risarcire. Non é carità, non é un regalo: é un diritto. È così che si risolverà il fenomeno dell'immigrazione». Nel suo discorso nell'aula magna ha aggiunto che dirà «queste cose al G-8 e all'Onu». Ha sottolineato che «tutti i popoli hanno diritto a richiedere l'indennizzo affinché il colonialismo non si ripeta. Nei libri di scuola dovrebbe essere inserita la storia del colonialismo in Libia».
La protesta degli studenti dell'Onda. «Fateci parlare, fateci parlare». Così un gruppo di studenti dell'Onda ha protestato nell'aula magna dell'Università La Sapienza, interrompendo il leader libico Gheddafi che stava rispondendo a una domanda. Poco prima a una studentessa che si era qualificata come appartenente al movimento dell'Onda, era stato tolto il microfono da alcuni uomini dello staff di Gheddafi. È partita la contestazione dal gruppo di studenti dell'Onda con urli, fischi e la richiesta «fateci parlare». Gheddafi, coperto dal suo staff, che aveva cominciato ad applaudire per coprire i fischi, è uscito e ha lasciato la sala in anticipo, rispetto al previsto.