Probabilmente tra i corridoi e le aule scolastiche o nell'amarcord di studenti e professori, la maturità dello scorso anno verrà ricordata come quella del "ballerino di Montale". Sì, quel Boris Kniaseff che, nell'estate del 2008, ha fatto arrossire il ministero dell'Istruzione e confuso schiere di maturandi. Gli studenti che lo scorso anno, nell'affrontare la prova d'esame, hanno scelto la traccia sulla poesia di Montale, "Ripenso il tuo sorriso", devono aver senz'altro provato un po' di smarrimento.
La poesia di cui parliamo fu infatti dedicata da Eugenio Montale al coreografo e ballerino Boris Kniaseff; peccato che ai maturandi venisse chiesto di individuare nel testo "il ruolo salvifico della figura femminile". «Il ricordo della donna - si leggeva nella traccia - è condensato nel suo viso e nel sorriso nel quale si manifesta "libera, la sua anima"». E ancora: «Nell'ultima strofa ricorrono espressioni relative "alla pensata effige della donna"».
Donna? «Ma quale donna?», ha osservato il critico del Sole- 24 Ore Giovanni Pacchiano che ha scoperto l'errore. «Bastava semplicemente leggere le note della poesia per capire che i versi sono dedicati a un uomo». Tanto più che, faceva prontamente notare Pacchiano, il quinto verso della poesia non lascia molti dubbi: «Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano». Appunto: "o lontano", un vocativo maschile. Agli esperti del dicastero questo "particolare" deve essere proprio sfuggito. Chissà che cosa avranno scritto i maturandi nel testo sul "ruolo salvifico della figura femminile". Speriamo che l'esame l'abbiamo passato. Almeno loro (Il. V.)