Mossa elettorale o dichiarazione programmatica? Il direttore della rivista dei gesuiti Popoli, ad ogni modo, non ha gradito le affermazioni del presidente del Consiglio su Milano città «africana» e le necessarie azioni di «respingimento». «Comunque lo si valuti - scrive Stefano Femminis nell'editoriale del prossimo numero in edicola - il secco no di Silvio Berlusconi all'Italia multietnica, ripetuto anche ieri a Milano, è tre volte sbagliato, perché anacronistico, elusivo e miope».
Anacronistico perché «il nostro è un Paese in cui il 9,7% del Pil è prodotto da stranieri, 7 imprese su 100 sono gestite da extracomunitari e i lavoratori immigrati versano 5,5 miliardi di euro all'Inps (a fronte, per il momento, di pochissime pensioni percepite)». Elusivo perché «da noi si sceglie di non scegliere, perpetuando un approccio "emergenziale" in cui si vuol far credere all'opinione pubblica che quando si parla di immigrati (quasi 4 milioni di persone) si parla di sbarchi, lavavetri e microcriminalità». Miope, infine, perché «non investire sull'integrazione, concentrandosi solo sul totem della sicurezza, rischia di generare un effetto perverso», ossia la nascita di «italiani di serie B, incattiviti poiché a lungo esclusi, indifferenti al destino del proprio Paese di adozione poiché abituati a percepirsi come diversi».