Circa 6mila metri lineari di documenti, 5.200 audiocassette e 1.500 videocassette: è l'archivio storico del Quirinale, la memoria storica della nostra massima magistratura, in sostanza la documentazione della Presidenza della Repubblica dal 1948 in poi, con precedenti del periodo regio e del biennio 1946-1948, consultabile da oggi nella nuova sede del complesso monumentale di Sant'Andrea al Quirinale, che fu la sede del Ministero della Real Casa, e prima ancora nel tardo Cinquecento collegio dei Gesuiti. Operazione condotta sotto la regia del sovrintendente Paola Carucci.
Si conclude in tal modo un percorso avviato nel 1996 e formalizzato nel 1997 attraverso una modifica della legge istitutiva degli archivi storici. Un percorso che - come ha osservato il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, intervenuto questa mattina all'inaugurazione dell'Archivio, alla presenza di Giorgio Napolitano - costituisce «l'adempimento conclusivo e indispensabile per consentire un'adeguata conservazione e valorizzazione della documentazione, in cui si riflette l'attività istituzionale della più alta magistratura dello Stato e delle sue strutture amministrative di supporto». Documenti preziosi «per tramandare e custodire la memoria storica del nostro passato, senza la quale non ci può essere un autentico e consapevole senso di appartenenza alla comunità nazionale».
La documentazione è di notevole interesse storico. Si parte dall'originale della Costituzione, una delle tre copie della nostra Carta consegnata a nome del Governo dal sottosegretario alle Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Dalla gran mole di documenti emerge ora anche il telegramma che Arturo Toscanini inviò al presidente Luigi Einaudi che poco prima, il 5 dicembre 1949, lo aveva nominato senatore a vita «per aver illustrato in Patria con altissimi meriti nel campo artistico». «È un vecchio artista italiano turbatissimo dal suo inaspettato telegramma - scrive Toscanini - che si rivolge a lei e la prega di comprendere come questa annunciata nomina sia in profondo contrasto con il suo sentire». Toscanini confessa a Einaudi il desiderio di finire la sua esistenza «nella stessa semplicità» in cui l'ha sempre percorsa. Altri tempi, si potrebbe dire.
Dalle carte del Quirinale emerge ora anche il decreto di nomina del 1° dicembre 1950 a senatore a vita di un altro grande italiano, Carlo Alberto Palustri, in arte Trilussa. Per quel che riguarda l'attività istituzionale in senso stretto, dall'archivio spunta la lettera che Giovanni Gronchi scrisse il 27 luglio 1960 al presidente del Consiglio, Amintore Fanfani, per invitarlo a limitare il numero dei sottosegretari a non più di uno a dicastero, «salvo casi eccezionali che rendono necessaria la deroga a tale principio, come per il ministero del Tesoro e di quello della Difesa». In tal modo - scrive Gronchi - si fugherà l'impressione, «troppo diffusa negli ultimi tempi, che tali incarichi governativi siano distribuiti soltanto per motivi di equilibrio politico».
Fra i documenti fotografici, la visita ufficiale di Einaudi a papa Pio XII nel 1948, la cerimonia del primo giuramento dei giudici costituzionali nel 1955, la visita di Gronchi in Unione Sovietica nel 1960, il giuramento del quinto governo Moro nel 1976, l'ultimo presieduto dallo statista democristiano assassinato dalle Brigate rosse. Infine, Sandro Pertini con papa Giovanni Paolo II ritratti in gita sul ghiacciaio dell'Adamello.
La nuova sede di Palazzo Sant'Andrea ha richiesto due anni di lavori di consolidamento e restauro. Per accedere all'Archivio storico (aperto al pubblico dal lunedì al venerdì) occorre presentare una domanda scritta, reperibile anche sul sito del Quirinale.