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Le testimonianze: «Le fiamme in casa, non riuscivamo a uscire». I feriti trasferiti negli ospedali di tutta Italia

di Ilaria Verunelli

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30 giugno 2009

Hanno sentito l'esplosione. Alcuni hanno pensato ai fuochi d'artificio. Poi il cielo che si arrossava. «Ero in passeggiata- racconta una testimone - Abbiamo sentito un botto, come se un cannone avesse sparato. Ho visto le fiamme. Le persone hanno cominciato a gridare "È scoppiata una casa! È scoppiata una casa!". Era una situazione impressionante. Più tardi, dal cavalcavia, abbiamo visto che nella zona della stazione era tutto in fiamme». Sono ancora sconvolti, frastornati, dopo una notte passata senza sonno, a cercare notizie di amici e conoscenti che vivono nella zona dove è avvenuta l'esplosione. «Ho ricevuto una telefonata dei miei genitori - racconta un'altra testimone, la cui famiglia vive nella zona dell'incidente - Mi dicevano: "Non riusciamo a uscire, non riusciamo a uscire". Le fiamme erano entrate in casa, la caldaia esterna è esplosa, l'avvolgibile e le tende hanno preso fuoco. È stata un'onda d'urto. Mio padre, mia madre e mia sorella sono riusciti a scappare per strada, passando da un'altra uscita, visto che dalla parte di quella principale c'erano solo fiamme. Quando sono arrivata ho visto che le macchine erano esplose e una casa di fronte alla nostra era crollata».

Intanto si aggrava il bilancio delle vittime. Sette persone, cinque donne e due uomini, sono state ricoverate a Pisa. Sono tutti gravi ustionati: cinque sono ricoverati a Cisanello al Centro Grandi Ustioni, una all'ospedale di Santa Chiara nella rianimazione del Centro di Emergenza Urgenza. Una donna è deceduta in mattinata. I ricoverati riportano ustioni sul corpo con percentuali che vanno dal 40% al 100%: quando sono arrivati in ospedale in alcuni casi non erano riconoscibili e le loro funzioni vitali sono messe a dura prova. Hanno riportato anche lesioni provocate dall'esplosione e sono rimasti intossicati a causa dei fumi, con compromissione della vie respiratorie. Alcuni di loro sono molto giovani: una ragazza di 16 anni, una di 21, un giovane di 32, un uomo di 45. Si tratta, in alcuni casi, delle persone che vivevano nelle palazzine di Viareggio vicine al luogo dell'esplosione.

Nella notte 36 persone sono state portate all'ospedale cittadino: 25 di loro sono state classificate come codici rossi. Dall'ospedale alcuni pazienti sono stati trasferiti in altre strutture. Una bambina è stata trasferita al Bambino Gesù di Roma e un altro bambino al Meyer di Firenze: sono già stati operati ma sono in condizioni molto gravi. Tre pazienti sono stati portati alle Molinette di Torino, uno al Galeazzi di Milano, uno a Carrara, uno a Lucca, due a Massa, tre a Pisa, uno al Niguarda di Milano, due a Genova, uno a Parma e uno a Cesena. Attualmente all'ospedale di Viareggio tre pazienti, in condizioni molto gravi, sono in rianimazione, due in pediatria, altri tre, le cui condizioni sono meno critiche, in reparto.

30 giugno 2009
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