La regolarizzazione di colf e badanti costa 500 euro, ma la cifra potrebbe salire. La previsione iniziale era di 300 euro per i lavoratori italiani e comunitari e di 500 per gli extracomunitari comprensiva, però, della tassa di soggiorno. Tra i due ministeri maggiormente interessati – Interno e Lavoro – sta emergendo la linea di fissare una cifra complessiva identica, che potrebbe essere appunto di 500 euro. Ma occorre fare i conti anche con i tecnici del dicastero dell'Economia, che si riuniranno domani con i colleghi degli altri due ministeri.
I dirigenti del Tesoro hanno già fatto notare che l'ingresso di circa 500mila nuovi immigrati regolari comporta un onere consistente per il sistema del welfare. Non è escluso, insomma, che le somme in grado di ottenere l'emersione dal lavoro nero e un condono previdenziale e contributivo possano essere anche un po' più alte. Un rialzo eccessivo, però, determinerebbe un disincentivo all'autodenuncia. Il Viminale, poi, dovrà fare i conti con l'impatto sugli uffici della Polizia di Stato degli stranieri che potranno ottenere il permesso di soggiorno, una volta compiuta la procedura di regolarizzazione contributiva.
Il rischio assai probabile, infatti, è che gli ipotizzati 500mila stranieri regolarizzati - ma c'è anche chi parla di 300mila e chi, invece, di 700mila - rallentino le procedure per il permesso che hanno avuto una notevole accelerazione: la statistica del ministero guidato da Roberto Maroni è di un'attesa media di 45 giorni, rispetto ai 290 necessari fino a non molti mesi fa.
Sul piano delle garanzie per evitare o limitare gli abusi il testo normativo – che si conferma essere un emendamento al disegno di legge anticrisi – prevede che per ogni famiglia sia possibile assumere solo una colf e due badanti al massimo. Per queste ultime sarà necessario comprovare la necessità dell'assistenza; nulla invece è previsto per le collaboratrici familiari. Il sospetto che qualcuno faccia il furbo, o almeno ci provi, non è insomma del tutto infondato. Tanto che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, auspica che ci sia «una norma fatta bene, che non generi nuova illegalità».
A Radio 24, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi respinge i tentativi – che quasi certamente anche nei prossimi giorni saranno reiterati – di allargare la platea degli stranieri interessati, oltre coloro che hanno fatto lavoro domestico. «Non era possibile, e non è possibile, pensare a una regolarizzazione generalizzata per tutti i lavoratori clandestini - ha affermato Sacconi - perché il nostro mercato del lavoro non sarebbe in grado di recepire altri flussi di lavoratori immigrati in questo momento».
Resta confermato che i datori di lavoro stranieri potranno presentare la domanda solo se «lungo-soggiornanti» cioè in possesso di un permesso da oltre cinque anni. Il datore di lavoro (di qualunque nazionalità) dovrà assicurare di aver avviato un rapporto di impiego almeno tre mesi prima del 30 giugno 2009 e dovrà assicurare che il rapporto è ancora in corso al momento della domanda. Le denunce andranno fatte da 1° al 30 settembre e tutto avverrà on line, tranne il versamento del forfait contributivo che si svolgerà come al solito alle Poste con un bollettino di conto corrente.
Le istanze per i lavoratori italiani andranno presentate all'Inps tramite moduli ad hoc mentre quelle per i cittadini extracomunitari passeranno via web allo sportello unico per l'immigrazione. Lo straniero non potrà essere espulso mentre la procedura di regolarizzazione è in corso. Ma sono esclusi i lavoratori extracomunitari che risultino condannati, anche con sentenza non definitiva, per uno dei reati previsti dagli articoli 380 (arresto obbligatorio in flagranza) e 381 (arresto facoltativo in flagranza) del codice di procedura penale.
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