Sono 1,3 milioni i litri di Brunello di Montalcino Docg declassati a Igt Toscana Rosso, mentre 5,4 milioni sono risultati conformi al disciplinare e per questo dissequestrati. È il bilancio tracciato dalla guardia di finanza di Siena a chiusura delle indagini avviata dalla procura senese nel 2007 sul famoso vino, in relazione al mancato rispetto del disciplinare da parte di alcuni produttori: il sangiovese, unico vitigno ammesso, sarebbe stato tagliato con altre uve. Le indagini si sono poi estese anche alla produzione di Rosso di Montalcino Doc, Chianti Docg e Igt Toscana Rosso.
Le Fiamme gialle hanno anche reso noto che tra i 17 denunciati nel corso dell'inchiesta - sette le aziende coinvolte - otto hanno chiesto il patteggiamento, nove hanno ricevuto l'avviso di conclusione indagini e fra quest'ultimi figurano il direttore del Consorzio del Brunello e due ispettori del Comitato di certificazione. Le accuse ipotizzate sono di frode in commercio e falso ideologico, in alcuni casi commessi in associazione. Una persona è stata denunciata anche per false informazioni al pm.
Insieme alla Guardia di finanza le indagini sono state svolte dall' ispettorato centrale del controllo qualità dei prodotti agroalimentari di Firenze. Gli accertamenti hanno riguardato le annate dal 2003 al 2007. Per quanto il Rosso di Montalcino Doc, l'inchiesta ha portato al declassamento di 500.000 litri a Igt, stessa sorte per 150.000 litri di Chianti Docg. Declassati anche 100.000 litri di Igt Toscana Rosso, così destinati alla distillazione.
Il caso di "Brunellopoli" era scoppiato nel marzo del 2008 su denuncia di due giornalisti, l'italiano Franco Ziliani e il critico americano James Suckling, del magazine "Wine Spetactor". La procura di Siena aveva poi aperto un'inchiesta, sospettando che la frode avrebbe potuto riguardare addirittura il 30-40% della produzione del Brunello 2003. Sotto la lente degli investigatori erano finiti big del Brunello come Antinori, Banfi, Frescobaldi e Argiano.