Un sequestro preventivo di circa 750.000 euro a carico di Leopoldo Braghieri (your best friend, secondo la definizione che dava di sé stesso nella causale dei bonifici con cui pagava tangenti), imprenditore di fama internazionale nel campo dei prefabbricati e vecchia conoscenza della Procura milanese dai tempi dell'indagine Oil for Food, e della CO.G.IM S.p.a. è in esecuzione oggi da parte degli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano. La somma corrisponde, secondo l'accusa sostenuta dal pm Alfredo Robledo, all'ammontare della tangente pagata da Braghieri al Responsabile dell'Ufficio Approvvigionamenti delle Nazioni Unite per le operazioni di peacekeeping Alexander Yakovlev al fine di ottenere scorciatoie nell'assegnazione di appalti di fornitura – di circa 28 milioni di dollari - di moduli abitativi prefabbricati. Il contratto doveva essere eseguito dal 31 Agosto 1999 al 30 Agosto 2002. La tangente sarebbe stata pagata attraverso più bonifici effettuati tramite banche svizzere e diretti al conto della società Moxyco Ltd – riconducibile a Yakovlev - acceso presso la Antigua Overseas Bank con sede nell'omonima isola caraibica. Da qui il denaro sarebbe stato successivamente spostato su un conto intestato al funzionario ONU russo e alla moglie presso la United Nations Federal Credit Union e su un altro conto intestato solo a Olga Yakovlev presso la Hyposwiss Privatbank di Zurigo. In un interrogatorio del 23 marzo scorso, Yakovlev aveva ammesso di avere aiutato Leopoldo Braghieri a vincere la gara d'appalto, in violazione dell'obbligo d'imparzialità al quale era vincolato quale Procurement Officer presso le Nazioni Unite. Il gip Cristina di Censo, su richiesta del pm Robledo, ha emesso il decreto di sequestro preventivo dei 750.000 euro, che costituiscono il prezzo del reato, a carico di Leopoldo Braghieri e della CO.G.IM. S.p.a. (Costruzioni Generali Immobiliari, di cui l'imprenditore era socio occulto e amministratore di fatto all'epoca cui si riferisce l'episodio contestato) implicata nel procedimento per violazione del decreto legislativo 231 dell'8 giugno 2001, per non avere adottato e attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire i reati contestati e averne, per giunta, ricavato profitto.