Ogni anno sono 600mila le pillole Ru486 vendute in Europa per 200mila confezioni. Ma i numeri di questo mercato sono sicuramente molto più grandi se si contano altri tre giganti: gli Stati Uniti, dove il farmaco ha un'altra denominazione commerciale, e soprattutto l'India e la Cina, dove da anni sono disponibili i generici, le copie cioè del medicinale originale. In questi ultimi due Paesi, tra l'altro, l'aborto è sempre più uno strumento contraccettivo piuttosto che l'ultima scelta a disposizione delle donne: basti pensare che in Cina sono 13 milioni di interruzioni volontarie di gravidanze, mentre in India sono almeno 500mila solo gli aborti "selettivi" di feti femminili.
La pillola della controversia è nata 27 anni fa. E tra polemiche, scontri, battaglie giudiziarie e anche clamorose pressioni politiche, è in commercio nella maggior parte dei Paesi europei, in Russia oltre che, come detto, negli Usa, in Cina e in India. La storia del mifepristone (così si chiama il principio attivo della pillola) ha inizio nel 1982, quando il ricercatore francese Etienne-Emile Baulieu presenta i risultati degli studi condotti da una équipe del laboratorio Roussel-Uclaf, da cui il farmaco prende le iniziali seguite dal numero progressivo del progetto: appunto Ru486.
Le sperimentazioni cliniche danno esito favorevole, e nel settembre del 1988 la Francia è il primo Paese ad autorizzare la sua prescrizione per le interruzioni volontarie di gravidanza entro il 49° giorno. Un mese dopo, a causa delle pressioni anche da parte dell'azionista principale (il colosso tedesco Hoechst) è la stessa Roussel-Uclaf a sospendere la distribuzione. Ma il ministro della Sanità d'Oltralpe impone all'industria di riprendere immediatamente a distribuire il farmaco (con il nome di Mifegyne), i cui diritti saranno infine ceduti al medico Edouard Sakiz, uno dei primi ricercatori ora in pensione, che dà vita alla società francese Exelgyn.
Nel 1991 è la volta della Gran Bretagna e nel 1992 della Svezia, cui si aggiungono negli anni seguenti molti altri Paesi, in virtù degli automatismi che scattano per i farmaci già approvati da un Paese dell'Unione. Negli Stati Uniti, dove le pressioni degli antiabortisti sono fortissime, l'azienda cede nel 1994 tutti i diritti sulla molecola al «Population council», un'organizzazione che si occupa di pianificazione familiare e che la distribuirà con il nome commerciale Mifeprex solo dal 2000. Prima di allora non bastarono infatti le pressioni politiche ai più alti livelli: la più clamorosa fu quella nel 1993 dell'allora presidente americano Bill Clinton che con un lungo e insistente pressing sull'azienda produttrice, svelato dopo la pubblicazione dei suoi carteggi, puntò senza successo allo sbarco sul mercato Usa della Ru486.
(Mar.B.)