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All'Aquila le scosse continuano,
«ma la sede del G-8 non è a rischio»

di Piero Fornara

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4 luglio 2009

La terra trema ancora nell'aquilano e nel reatino, dopo la scossa di magnitudo 4,1 di venerdì. Pronto un piano per evacuare in elicottero i leader dalla caserma di Coppito

A pochi giorni dall'apertura del G-8 nella caserma della Guardia di Finanza a Coppito, la terra continua a tremare nell'aquilano e nel reatino. Due scosse sono state registrate nella notte tra venerdì e sabato tra la provincia di Rieti e l'Aquila dagli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La più forte, con magnitudo 3.2, è avvenuta alle ore 1,12, con epicentro Fossa, L'Aquila, Lucoli e Ocre, mentre poco prima una scossa più leggera aveva interessato i Comuni di Amatrice e Cittareale, nella provincia di Rieti e Montereale e Campostosto nell'Aquilano. Due nuove scosse sono state registrate nella mattinata e verso mezzogiorno di sabato, rispettivamente di magnitudo 2.9 e 2.4.


Venerdì poco dopo le 13 era stata avvertita molto distintamente all'Aquila una forte scossa, che l'Istituto nazionale di geofisica ha catalogato di magnitudo di 4.1. L'epicentro è stato localizzto nella zona tra Collebrincioni e Arischia, a una una profondità di 8,8 chilometri. Non passa quindi la paura tra gli sfollati dell'Aquila e della provincia di Teramo.

Nessun danno ma la gente è scesa di nuovo nelle strade spaventata; non ha invece sorpreso i sismologi, che da tempo avevano avvertito che lo sciame sismico cominciato con il terremoto del 6 aprile scorso sarebbe andato avanti ancora per mesi. Gli esperti non hanno dubbi, infatti, che la scossa sia un nuovo episodio dello sciame sismico che si è attivato nelle ultime settimane nella zona dei Monti Reatini, al confine fra Abruzzo, Lazio e Umbria, con almeno un centinaio di scosse. Impossibile, secondo gli esperti, prevedere se, quando e dove potranno avvenire altri picchi, ma non è affatto da escludere che possano avvenire. Ogni terremoto violento, infatti, provoca un forte disequilibrio nell'area in cui avviene e determina una situazione nella quale alcune faglie possono arrivare più facilmente alla rottura. Di conseguenza, è possibile che nella zona della faglia che si è aperta il 6 aprile possano essersi attivate altre faglie, piccole o grandi.

Proprio la scossa del 6 aprile, secondo la protezione civile, «è stata un formidabile banco di prova» per tutto il complesso delle Fiamme Gialle di Coppito. Nelle ore successive al terremoto esperti hanno ispezionato accuratamente i diversi corpi di fabbrica degli edifici per valutare danni e sicurezza e si sono riscontrate lesioni «generalmente lievi e unicamente relative a elementi non strutturali (intonaci, tamponature e tramezzature)». Dunque, la progettazione della struttura «risulta improntata alla massima sicurezza». Siccome però non si possono escludere scosse anche forti durante il vertice, che potrebbero produrre danni oppure solamente panico, è stato quindi messo a punto un piano per evacuare rapidamente i leader mondiali facendoli salire sugli elicotteri; nel compound delle Fiamme Gialle sono infatti in funzione due eliporti. Più lo scalo di Preturo, distante meno di un chilometro. A seconda dell'intensità delle scosse - sono stati gli americani a insistere su questo punto - scatteranno differenti modalità di evacuazione della struttura. Il resto delle delegazioni lascerà la caserma e si dirigerà verso la via di scorrimento più veloce, che è l'autostrada.

Dalle cancellerie si nutre fiducia nell'organizzazione del vertice. Un portavoce del Governo tedesco, dopo la forte scossa di venerdì, ha spiegato che la Germania «confida nell'abilità e nelle competenze della presidenza italiana del G-8. L'Italia ha organizzato questo evento e noi siamo certi che si svolgerà in tutta sicurezza». Il Cremlino ha fatto sapere di non aver valutato finora i piani di evacuazione, mentre un funzionario del ministero degli Esteri del Giappone ha scelto di «non esprimere commenti su eventi che non sappiamo se si verificheranno».

4 luglio 2009
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