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«Chi sopprime l'embrione si pone fuori dalla Chiesa»

di Carlo Marroni

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31 Luglio 2009

Renato Raffaele Martino, cardinale, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, è uno dei principali collaboratori del Papa per l'enciclica Caritas in Veritate, che ripropone la difesa della vita come uno dei cardini anche dello sviluppo economico del mondo.

La Ru486 è stata approvata anche in Italia.
È un ulteriore passo in avanti verso la cultura della morte.

Però c'era già da 30 anni la legge 194...
Qui, se è possibile, si va oltre la legge sull'interruzione di gravidanza, già gravissima di per sé. Aborto è ugualmente morte, non c'è dubbio.

Perché secondo lei si è voluto approvare questo farmaco? I critici affermano che è molto rischioso e ha causato nella sperimentazione 29 vittime dal 1988.
Se si va a scavare con attenzione scoviamo sempre alla fine degli interessi economici, sempre lì si arriva purtroppo. Ma tutto ciò è orribile proprio perché, e questo appare naturale vedendo cosa si sta delineando, chiunque può accedere a questo farmaco.

Che tuttavia è presente in buona parte dei paesi occidentali…
Sappiamo che la presenza di un embrione è già una vita umana, la sua espulsione vuole dire uccisione, e quindi morte.

La Chiesa si è sempre opposta, anche a livello internazionale: le politiche di controllo delle nascite delle agenzie Onu e delle ong sono state sempre condannate dalla Chiesa.
Un fatto va ricordato: alla Conferenza del Cairo del 1994 la Santa Sede si battè con forza e ottenne che nel documento finale fosse detto chiaramente che in nessun caso l'aborto può essere considerato e come uno strumento di pianificazione familiare. Un testo che qualcuno ha tentato di togliere ma che è ancora lì.

La Ru486 ha questo scopo, oppure è un diritto della donna, come affermano i suoi sostenitori?
La pillola è un metodo di pianificazione familiare.

La Chiesa è pronta a condannare l'uso della pillola come aborto chirurgico anche con la scomunica sia di chi ne fa uso che di chi la prescrive?
Il discrimine per la scomunica è la presenza dell'embrione e il suo accertamento (di per sé la Ru486 è prevista sempre e solo in questi casi, e non come la cosiddetta pillola del giorno dopo, Ndr).

Il governo di centro-destra in quest'ultimo anno è sempre stato molto attento alle istanze cattoliche e della Chiesa. In questo caso, pur con delle divisioni al suo interno, ha visto la posizione del sottosegretario alla Salute decisamente a favore: come se lo spiega?
In effetti mi meraviglio che abbiano portato avanti questo provvedimento, dopo che erano state prese delle forti posizioni a favore della vita.

I cattolici divisi, e quindi poco efficaci?
In effetti non ho visto una grande compattezza…

31 Luglio 2009
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