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Franceschini: «Il premier è impaurito, teme la stampa»

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7 agosto 2009
Dario Franceschini (Marka)

Silvio Berlusconi è «un uomo impaurito che teme le critiche della stampa libera». Dario Franceschini commenta così le dichiarazioni pronunciate oggi dal premier che ha criticato il Tg3 e la Rai per «gli attacchi al Governo». «Siamo di fronte a un uomo politico che sfugge impaurito il confronto con il Parlamento e con l'opposizione, che teme le critiche della stampa libera». Il presidente del Consiglio secondo il segretario Pd «riesce soltanto a fare uno show mediatico, un lungo monologo senza contraddittorio in cui si autoassolve per la vita privata e si autocelebra per quella pubblica come il miglior capo del governo del mondo». Aggiunge Franceschini: «È inaccettabile che proprio nel giorno in cui l'Istat parla di un calo del 6% del Pil, Berlusconi riesca a dire che tutto va meglio, che gli italiani sono tutti in vacanza e che non ci sono problemi. In autunno i nodi verranno al pettine e non basteranno le promesse e gli show televisivi».

Il premier «si autocelebra» e non risolve i problemi del Paese, anche secondo Pierluigi Bersani. «Nel giorno dei nuovi drammatici dati sul Pil il presidente del Consiglio si preoccupa del Tg3. Il resto, evidentemente, è tutto risolto», commenta ironicamente il candidato alla segreteria Pd. Gli risponde con una nota il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «È un delitto auspicare che il servizio pubblico non attacchi pregiudizialmente nessuno, né maggioranza né opposizione? No. Ma l`on. Bersani vuole ugualmente impartirci la solita lezione moralistica e gli altri della sinistra, bisogna capirli, sono nostalgici di Telekabul».

«Il premier si deve rassegnare. Finché il servizio pubblico esiste, nel nostro Paese abbiamo un baluardo di libertà, di pluralismo e di informazione credibile», dice Giorgio Merlo, componente Pd in commissione di Vigilanza.
Secondo il leader Idv Antonio Di Pietro «solo nelle peggiori dittature si pretende il silenzio dell'informazione e, purtroppo, noi siamo su quella strada: si é passati dall'isolamento di giornalisti liberi, come Biagi e Santoro, alla violenza psicologica. E sappiamo che per arrivare a quella fisica, come accaduto in Russia, il passo é breve».

7 agosto 2009
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