Un centralino speciale, con una decina di poliziotti che chiamano e ricevono le telefonate delle massime cariche dello Stato, in servizio 24 ore su 24. Si chiama Batteria, è un ufficio al Viminale in una stanza riservata a piano terra. E il premier, Silvio Berlusconi, l'ha visitata al termine della conferenza stampa di Ferragosto e ha brindato con gli uomini della Polizia di Stato al lavoro anche ieri. La Batteria è uno strumento prezioso: i poliziotti ricevono di continuo le telefonate di deputati, ministri, magistrati, alti dirigenti e giornalisti, che chiedono di mettersi contatto con altrettanti big della politica o delle istituzioni. Il fascino di questa struttura sta nel fatto che possiede i recapiti telefonici più importanti e delicati dello Stato. E conosce, inevitabilmente, molti dei contatti che avvengono ogni giorno nel mondo della politica, della sicurezza, della magistratura. Ma il servizio ha una grande considerazione perché non solo è in grado di realizzare qualunque interconnessione, ma garantisce anche la massima discrezione e riservatezza. Un lavoro impeccabile, spesso costretto a districarsi tra cellulari irraggiungibili, squilli a vuoto e comunicazioni a volte difficoltose. E non mancano i necessari filtri, perché certo non è scontato che se un giornalista chiama e chiede di parlare con un ministro o un parlamentare gli viene passata la linea diretta: se non si tratta di una conoscenza diretta e personale viene rinviato, com'è da prassi, a una segreteria o ufficio stampa. Mentre è ormai nella leggenda un famoso "librone", nella stanza della Batteria, che contiene, appunto, i numeri di uomini che hanno fatto la storia della Repubblica.