«È assolutamente priva di fondamento l'insinuazione, riferita dal senatore Paolo Guzzanti, secondo la quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano avrebbe sollecitato non si sa quali direttori di giornali a non pubblicare taluni atti giudiziari che sarebbero in loro possesso». È quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale.

L'antefatto. L'ex esponente del Pdl Paolo Guzzanti - ora deputato iscritto al gruppo Misto della Camera per il Pli - ha annunciato nel suo blog di essere pronto a recarsi dal magistrato per testimoniare sull'esistenza di intercettazioni di Silvio Berlusconi, eseguite nell'ambito dell'inchiesta di Napoli e fatte distruggere a Roma, in cui il premier parla della sua attività sessuale con «persone che ora ricoprono altissime cariche».

Secondo il racconto di Guzzanti, «un famoso direttore ha mostrato e fatto leggere a un numero imprecisato di persone (deputati e deputate di Forza Italia per lo più) i verbali che tutti i direttori di giornali hanno, ma che avrebbero deciso di non usare su sollecitazione del presidente Napolitano». Le intercettazioni, sostiene ancora Guzzanti, sarebbero state fatte eseguire «nell'ambito dell'inchiesta di Napoli e poi fatte distruggere da Roma». Nelle intercettazioni «persone che ora ricoprono cariche altissime si raccontano fra di loro cose terribili».

Guzzanti, sul blog, afferma anche - entrando nei particolari più scabrosi - di conoscere il contenuto di queste intercettazioni in quanto gli è stato riferito da alcune persone che le hanno lette («persone serissime, uomini e donne, tutti della stessa area del centrodestra»). E conclude: «Il giorno in cui un magistrato, lette queste mie parole, volesse interrogarmi per sapere da chi ho avuto queste relazioni e chi fosse il giornalista che ha fornito il materiale di lettura farei il mio dovere e farei i nomi».