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L'influenza H1N1 allarma le aziende

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31 agosto 2009

Meno viaggi d'affari, blocco di alcune funzioni vitali sul fronte della produzione e della distribuzione, calo generalizzato della produttività. La rapida diffusione della H1N1 (la cosiddetta "febbre suina") non comporterà solo problemi di ordine di tipo sanitario, lasciando a letto circa due miliardi di persone in tutto il pianete, ma anche gravi conseguenze economiche per le aziende. Con gli esperti che lanciano l'allarme: la maggior parte delle imprese non ha un piano per gestire le conseguenze di una pandemia e questo potrebbe mettere a rischio la tenuta stessa delle organizzazioni di business, aggravando ulteriormente i danni prodotti dalla recessione.

In Gran Bretagna tre aziende su quattro già colpite
Per avere un'idea della situazione basti pensare che, secondo una ricerca realizzata dallo studio legale Eversheds, il 72% delle aziende britanniche ha già registrato assenteismo tra i dipendenti, costretti a casa dopo aver contratto la malattia o per assistere figli minori. Mentre un terzo degli intervistati ha già messo in conto future perdite in bilancio per il clima di incertezza che la pandemia produrrà nel mondo degli affari.

Una delle misure più attese è lo stop, o comunque una netta riduzione, dei voli aziendali. Già oggi molte multinazionali stanno autorizzando gli spostamenti di top e middle manager solo in caso di estrema necessità e questo rende più complicato concludere alcuni affari che richiedono trattative in presenza. Una conferma in tal senso arriva dai conti di Japan Airline, che ha chiuso il secondo trimestre con un risultato negativo di 1 miliardo di dollari - più della perdita complessiva per l'intero anno 2008 – imputato dal top management più alla paura del contagio, che alla crisi economica.

I consigli degli esperti
Marsh ha messo a punto una mappa dei rischi e delle implicazioni sulle attività di business che potrebbero scaturire da un'eventuale pandemia. Secondo il broker assicurativo, le aziende devono attrezzarsi da subito per non arrivare impreparate al boom del contagio. Partendo da una revisione delle politiche aziendali in materia di norme igieniche ed esami medici, assistenza sanitaria e antivirale, incluse le forniture di antibatterici, maschere e altro materiale sanitario. Per poi proseguire con la mappatura di possibili misure di distanziamento e altri strumenti per limitare l'esposizione alla malattia e la realizzazione di test sulla tenuta dei piani di business continuity (sempre che esistano).

Di quest'ultimo aspetto si occupa altro colosso del mercato assicurativo come Aon, consigliando alle aziende di analizzare le strategie di BC per capire se sono in grado di reggere in caso di assenze di massa tra i lavoro. In più Aon auspica che le aziende predispongano un documento per dipendenti e collaboratori contenente una serie di misure igieniche per minimizzare i rischi di contagio da parenti e conoscenti.

Il sito messo a punto da Marsh per assistere le aziende sul tema
Lo studio di Eversheds
31 agosto 2009
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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