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Micciché: «Il partito del Sud non è accantonato»

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2 agosto 2009
Gianfranco Miccichè (Imagoeconomica)

Polemiche sulle nuove dichiarazioni del sottosegratario alla presidenza del consiglio. Il ministro Zaia: «Con la Lega non c'entra nulla, non si fanno i partiti per prendere soldi, ma perché c'è dietro una forte identità culturale»

L'idea del partito del Sud «non è affatto accantonata». È quanto rivela il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianfranco Micciché, al centro delle polemiche sul Mezzogiorno con il presidente del Consiglio
Berlusconi negli ultimi giorni.

«Continuerò a parlare di partito del Sud - spiega in un'intervista al Giornale - perché è importante. Si è creato un vero e proprio movimento culturale generalizzato che va coltivato e che io non abbandonero». Quanto al governatore della Sicilia e all'annuncio che il partito del Sud sarà presente già alle prossime regionali, «se Lombardo mi chiedesse un consiglio -afferma Micciché - gli suggerirei di andare avanti senza indugi». E infatti il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, aveva già spiegato sabato ai microfoni del Tg3 che il partito del Sud potrebbe «essere pronto nel giro di qualche settimana».

Dure le reazioni del mondo politico all'ingresso di una nuova formazione «che comunque non sarebbe affatto staccata dalla Pdl», come precisano i suoi promotori. Cosa manca al partito del Sud per assomigliare alla Lega? «Gli manca il Nord». Con questa battuta, il ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia, affronta, in un'intervista a Klaus Davi, il tema del Mezzogiorno. «Noi - afferma l'esponente del Carroccio - abbiamo una storia pluridecennale che nasce dai comitati di base, un contesto socio economico, dalla nostra storia, dalla nostra cultura. Non è che ci siamo inventati un partito la sera prima affinché ci fossero dati dei soldi o dei finanziamenti. I partiti devono avere anche fondamenti identitari e culturali, storici». Ma l'attacco più duro, sul tema più generale della manovra del governo sul Sud, è arrivato dal ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, che a proposito della nuova cassa per il Mezzogiorno ha parlato di rischio di «gestione criminale».

Dall'opposizione si è levata invece la voce di Pier Luigi Bersani: No a nuovi carrozzoni o enti clientelari. Se «si vuole ragionare seriamente» per affrontare la questione Mezzogiorno «dovremmo preservare un po' di risorse per acqua, energia, telecomunicazioni e destinare una quota di investimenti alle infrastrutture», ha detto Bersani intervistato dal quotidiano Il Mattino.

2 agosto 2009
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