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«Esclusa a Genova, sarei entrata in 17 sedi»

di Francesca Milano

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31 agosto 2009

«Chi vuole fare medicina deve sapere che il suo desiderio si scontrerà con l'assurdità del sistema». Eleonora Bertolotto, 22 anni di Savona, è una dei tanti studenti a cui il numero chiuso ha infranto i sogni. Nel 2006, dopo un brillante esame di maturità con la votazione finale di 100/100 e dopo aver passato tutta l'estate a studiare chimica e biologia, si è iscritta al test di ingresso a medicina a Genova. «Di quella estate ricordo solo le ore passate sui libri – racconta –, ma non mi pesava. Diventare un medico, come mio padre, era il mio desiderio fin da bambina». Il suo test le è valso 42 punti. Non abbastanza per rientrare tra i 200 fortunati ammessi alla facoltà di medicina dell'Università di Genova. «Eppure – racconta – quel voto mi avrebbe permesso di entrare in altre 17 sedi universitarie. Una bella beffa». In graduatoria Eleonora si era piazzata 230esima: «Ne hanno ripescati venti, quindi di fatto sono rimasta fuori per dieci posti».
Se ci fosse stato il concorso nazionale, Eleonora – esclusa da Genova – sarebbe stata ammessa altrove. «Sarei andata ovunque – sottolinea –, era la mia aspirazione».
Questa certezza l'ha spinta a fare ricorso al Tar Liguria, ma con l'ordinanza n.373/2006 la seconda sezione del tribunale amministrativo ha respinto la sua richiesta di annullamento del provvedimento con cui l'ateneo aveva approvato la graduatoria degli ammessi a medicina. Lo stesso ha fatto, nel 2007, il Consiglio di stato con l'ordinanza n.403.
«Non mi ero mai posta il problema di cercare un'alternativa, non avevo un piano "b". Sono sempre stata sicura delle mie possibilità». Al piano "b" ci ha pensato una sua amica: «Di nascosto, conoscendo la mia passione per l'architettura, mi ha iscritta al test di ammissione al corso di laurea in ingegneria edile e architettura». Questa volta il punteggio era sufficiente per essere ammessa. «Il primo anno di lezioni, però, non ero felice. Non mi piaceva quello che facevo, e cominciai a pensare di iscrivermi a biologia, per riprovare il test di medicina l'anno seguente facendomi convalidare gli esami comuni». Sono tanti, infatti, gli studenti che – tagliati fuori dai test – scelgono facoltà affini per poter riprovare l'anno dopo. «Ci ho pensato – racconta Eleonora – poi ho lasciato perdere». L'anno dopo, però, si è ripresentata agli esami di ammissione a medicina. «Non mi ero affatto preparata, non toccavo un libro di biologia da un anno. Eppure il mio punteggio non è stato così basso. Sono rimasta fuori di una cinquantina di posti, e a quel punto ho capito che forse era destino».
A settembre Eleonora comincerà il quarto anno di ingegneria edile e architettura.

francesca.milano@ilsole24ore.com

31 agosto 2009
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