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Mike, la tv eri tu: chi può darci di più?

di Luigi Paini

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8 settembre 2009

Scompare Mike, e il "magone" che ci viene a tutti quanti è quello di un insieme di amici virtuali, uniti dalla simpatia, dalle gaffe (tante), dalla verve di un uomo che per più di mezzo secolo non ha "fatto" tv, ma "è stato" la tv made in Italy.

Qualche anno fa, sull'aereo che lo riportava in Italia da una vacanza in Turchia, Mike fu avvicinato da un ragazzino ansioso di portare a casa, alla nonna, la firma del "divo". Mike, come sempre in questi casi, non si sottrasse: aprì la valigetta, tolse una sua foto da un pacchetto alto almeno una spanna, e sul retro, vicino al nome della nonna del bambino, scrisse il suo indelebile, immarcescibile motto: "Allegria!".

Al di là delle imitazioni, al di là dei luoghi comuni, al di là delle ripetizioni inevitabili, questo era il personaggio: tanto popolare da essere qualche volta persino populista, inviso agli intellettuali (almeno per buona parte della carriera), sempre amato dal pubblico. Non adorato, non osannato, semplicemente amato. Perché dava, instillava forza (dava l'impressione, ed era effettivamente, instancabile) e allegria, anche (forse soprattutto) grazie alle sue spassosissime, proverbiali gaffe. Il papa chiamato Paolo "vi" (anziché sesto), la signora Longari, i duetti con le vallette: quanto "c'era" e quanto "ci faceva"?. Il pubblico, soddisfatto, schiacciava l'occhiolino a chi gli schiacciava l'occhiolino: un gioco festoso, capace di superare l'inevitabile simmetria che si viene a creare tra una parte e l'altra del piccolo schermo.

Anziani e bambini, questi i pubblici preferiti. Anziani, perché bambini di una volta: quelli aggrappati ai primi apparecchi in bianco e nero per "Lascia o raddoppia?" e "Campanile sera" (programma, questo, ancor più fondamentale dell'altro per creare una coscienza di Italia complessa e unitaria, al di là delle differenze regionali, provinciali, comunali e dialettali). Mike, dal bianco e nero al colore, passando per gli anni incerti della diatriba Pal/Secam, quando gli italiani erano considerati da un ministro "immaturi" per accedere alla tv a colori; Mike, dalla tv di Stato a quella commerciale, asso nella manica nella conquista dell'audience da parte del già (e sempre) preveggente Silvio Berlusconi; Mike, colto dalla morte mentre, a 85 anni compiuti, stava per partire con la nuova avventura, sul satellite di Sky. Mezzo secolo e qualcosa in più. Perché, semplicemente, la tv eri tu.

8 settembre 2009
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