«Solo il modo in cui sono poste mi fa dire che a questa gente non rispondo. Se queste domande, in altro modo, me le avesse poste un giornale che non fosse un super partito politico di un editore svizzero con un direttore dichiaratamente evasore fiscale, avrei risposto». Così il premier Silvio Berlusconi, passeggiando per le vie di Danzica, è tornato sulle dieci domande di Repubblica, per le quali ha chiesto ai Giudici un risarcimento di un milione di euro.
«Il problema è che alcuni giornali hanno pubblicato queste dieci domande cui io non ho risposto non perchè non posso rispondere - perchè non ho nessuna difficoltà a farlo - ma perchè non rispondo a domande insolenti, offensive e diffamanti», ha detto Berlusconi al termine di una passeggiata fra i negozi del centro di Danzica. «Solo il modo in cui sono poste mi fa dire che a questa gente non rispondo - ha aggiunto -. Se queste domande, in altro modo, me le avesse poste un giornale che non fosse un super-partito, avrei risposto». Certo, ha aggiunto, «non a quella se fossi malato, perchè basterebbe le cose che ho fatto in questi quindici mesi di attività governativa per vedere che io non solo non sono malato, ma sono Superman: cioè a me Superman fa ridere».
Ezio Mauro, direttore di Repubblica, ha risposto all'affondo del premier sulle colonne del quotidiano questa mattina con un editoriale intitolato «La strategia della menzogna». Secondo Mauro le parole del premier rivelano «un'ansia che sta diventando angoscia». Entrando nel merito delle accuse il direttore spiega che Carlo de Benedetti, l'editore di Repubblica, «ha la cittadinanza svizzera, chiesta come ha spiegato per riconoscenza ad un Paese che ha ospitato lui e la sua famiglia durante le leggi razziali, ma non ha mai dismesso la cittadinanza italiana, cioè ha entrambi i passaporti, come gli consentono la legge e le convenzioni tra Stati. Soprattutto ha sempre mantenuto la residenza fiscale in Italia, dove paga le tasse».
Passando alle accuse di evasione fiscale a lui rivolte, Mauro spiega: «Ho già spiegato pubblicamente, e i giornali lo hanno riportato, che non ho evaso in alcun modo le tasse nell'acquisto della mia casa che i giornali della destra tengono nel mirino: non solo non c'è stata alcuna evasione fiscale, ma ho pagato più di quanto la legge mi avrebbe permesso di pagare. Ho versato infatti all'erario tasse in più su 524 milioni di vecchie lire, e questo perché non mi sono avvalso di una norma (l'articolo 52 del D. P. R. 26 aprile 1986 numero 131, sull'imposta di registro) che, ai termini di legge, mi consentiva nel 2000 di realizzare un forte risparmio fiscale. Capisco che il Premier non conosca le leggi, salvo quelle deformate a sua difesa o a suo privato e personale beneficio. Ma dovrebbe stare più attento nel pretendere che tutti siano come lui».