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Immigrazione, Berlusconi: «I portavoce Ue tacciano o blocchiamo il Consiglio»

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1 settembre 2009


Stop alle dichiarazioni rilasciate a nome Ue dai singoli commissari o portavoce. I portavoce dei commissari europei e gli stessi membri della Commissione non devono intervenire pubblicamente su «alcun tema», la voce dell'Europa deve essere portata esclusivamente dal presidente dell'Esecutivo o dal suo portavoce. Se così non fosse l'Italia «bloccherà di fatto il funzionamento del Consiglio europeo». Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi da Danzica, dove partecipa alle celebrazioni del 70mo anniversario dell'inizio della Seconda Guerra mondiale, tornando a minacciare ripercussioni al tavolo dei Consigli europei. Lo ha fatto smentendo richieste di chiarimenti, da parte di Bruxelles, sulle ultime iniziative dell'Italia contro l'immigrazione clandestina. L'attacco del premier è venuto dopo che uno dei portavoce della Commissione, Dennis Abbott, aveva ieri ricordato le posizioni del commissario Ue alla Giustizia, libertà e sicurezza, Jacques Barrot, contro il respingimento dei migranti intercettati in mare senza poterne accertare l'eventuale titolo a richiedere la protezione internazionale e lo status di rifugiati. Abbott aveva anche annunciato l'invio di una lettera di Bruxelles ai governi italiano e maltese con la richiesta di chiarimenti sulla vicenda dell'altro ieri, quando una settantina di migranti clandestini erano stati fermati dalle motovedette italiane in mare e riportati in Libia. «Si strumentalizzano semplici espressioni di portavoce, é un problema che io porterò sul tavolo del prossimo Consiglio dei Capi di Stato e di Governo e la mia posizione sarà decisa e precisa, sarà la seguente: non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio europeo, ove non si determini che nessun commissario europeo, nessun portavoce di commissario, possa intervenire pubblicamente su alcun tema». Per Berlusconi intervenire deve spettare soltanto al presidente della Commissione e al suo portavoce. «Chiederò che commissari e portavoce di commissari che continuino nell'andazzo di tutti questi anni vengano dimissionati in maniera definitiva». Un comportamento inaccettabile «perché si dà alle opposizioni di ogni Paese delle armi di polemica che invece non esistono». E a chi chiede un commento sui suoi rapporti con l'opposizione il premier risponde: «I miei avversari non hanno nessuna considerazione da parte mia; sono arrivati a un livello tale da dover tacere ogni commento su di loro per amor di Patria».

Laitenberger, portavoce Ue: la Ue comunica come previsto dai Trattati. «La Commissione lavora in modo obiettivo e leale con l'Italia e con gli altri Stati membri», e dunque «non ci sono ragioni per polemiche» con il governo italiano, ha detto Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso. Nello staff del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stata espressa «soddisfazione» per le dichiarazioni rese da Johannes Laitenberger, che ha «precisato di non aver mai criticato l'Italia». Per questo, si sottolinea nello staff del premier, «qualsiasi altra interpretazione è da considerarsi frutto di strumentalizzazioni politiche a fini interni». La comunicazione della Commissione Ue, ha sottolineato il portavoce della Commissione Ue, Johannes Laitenberger, a proposito delle dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi sui portavoce Ue, è organizzata «esattamente nello stesso modo in cui i Trattati Ue prevedono che funzioni la Commissione, ovvero come un organo collegiale». In altre parole, la responsabilità di un portavoce o di un commissario che comunica le posizioni assunte dal Collegio è collettiva e non personale. «Non vediamo nessun motivo di entrare in polemica. Ci concentriamo sulla sostanza», ha spiegato il portavoce. Il portavoce capo ha concluso sottolineando la volontà della Commissione europea di «cooperare con l'Italia e con gli altri Stati membri che devono affrontare il problema» dell'immigrazione
clandestina.

Nel Pdl libertà di coscienza per i deputati sul testamento biologico. Libertà di coscienza nel Pdl sul testamento biologico. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi spiegando che «avremo riunioni con il presidente e il vicepresidente del gruppo alla Camera per stabilire il nostro comportamento, che sarà come sempre quello della libertà di coscienza su un tema così importante».

1 settembre 2009
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