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Dall'Eritrea all'Afghanistan, i nomi degli eroi

di Serena Danna

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22 settembre 2009
L'elenco completo dei militari italiani caduti in missione

Dall'Eritrea all'Afghanistan sono 138 i morti nelle missioni di peace keeping Dal dopoguerra a oggi è elevato il contributo di sangue dei diversi corpi militari

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Iraq 1991-2009
L'invasione irachena del Kuwait il 2 agosto del 1990 determina la decisione del governo italiano di inviare nel Golfo Persico un gruppo navale e una componente area per verificare l'applicazione dell'embargo contro il regime di Saddam Hussein. È la prima operazione bellica dell'Italia dalla seconda guerra mondiale. Sotto l'egida dell'Onu. Il 13 febbraio 1991 la nave con a bordo i militari è ormeggiata nel porto a Jebel Ali a sudovest di Dubai: il marinaio Cosimo Carlino scende per telefonare ai familiari. Viene accoltellato nella cabina telefonica, muore il giorno dopo. A 20 anni.
I militari italiani tornano in Iraq 12 anni dopo. Gli attentati dell'11 settembre hanno portato la guerra dai campi di battaglia al cuore di Manhattan. L'operazione "Iraqi Freedom" della coalizione internazionale guidata dagli Usa contro il regime di Saddam Hussein inizia il 15 luglio del 2003. Il primo maggio parte la cosiddetta fase di "post conflitto": bisogna ricostruire l'Iraq. Agli italiani, inseriti nell'operazione definita Antica Babilonia, è affidata la provincia irachena di Dhi Qar, a maggioranza sciita. Il capoluogo è An Nasiriyah, città ricca di petrolio e di storia. La missione del contingente - recita l'articolo 1 della legge 1 agosto 2003 - è «concorrere, come gli altri paesi della coalizione, a garantire quella cornice di sicurezza essenziale per un aiuto effettivo e serio al popolo iracheno e contribuire con capacità specifiche alle attività d'intervento più urgente nel ripristino delle infrastrutture dei servizi essenziali». Ma la definizione data dagli amministratori del conflitto non corrisponde alla realtà: il paese è ancora in guerra. La mattina del 12 novembre 2003 un camion cisterna colmo di esplosivo salta in aria davanti alla base italiana Maestrale: l'appuntato Filippa cerca di fermare i kamikaze con il suo fucile Ar 70/9 e riesce a evitare che il camion si introduca all'interno della caserma. Muoiono diciassette militari e due civili: Marco Beci, cooperatore internazionale del ministero e il regista Stefano Rolla. Gli uomini e le donne con le stellette di Antica Babilonia hanno scritto per i commilitoni scomparsi: «Non vi dimenticheremo. Ed è anche per voi che continueremo a servire la patria e a difendere pace, libertà e dignità umana ovunque il nostro dovere di militari italiani ci chiamerà ad operare». Così fanno. E così ancora muiono: Nicola Calipari, l'agente del Sismi ucciso dai militari americani per difendere la giornalista Giuliana Sgrena, Salvatore Domenico Marracino, il sergente che nella foto istituzionale porta i Ray-Ban come un qualunque ragazzo di ventisei anni; Giuseppe Lima; Marco Briganti e gli altri caduti fino a oggi in Iraq.

Ex Jugoslavia 1991-2009
I territori della Ex Jugoslavia hanno visto un impegno molto attivo dell'esercito italiano. Dall'eccidio di Podrute in Croazia (7 gennaio 1992) durante il quale perdono la vita quattro militari in volo, all'abbattimentio del G222 dell'Aereonautica su cui viaggiano quattro militari; dall'operazione Sharp Guard dove, insieme al capo Nicola Fele, muore il «giovane ed entusiasta Ufficiale del Corpo della capitaneria di Porto» Roberto Aringhieri alle missioni in Bosnia che hanno impegnato 1.140 italiani. Fino ad arrivare alla missione Kfor in Kosovo, ancora in corso, in cui hanno perso la vita otto militari.

Somalia 1992-1994
Maria Cristina Luinetti amava il latino e il greco e negli anni Novanta si era iscritta a un corso per diventare programmatrice elettronica. Poi l'impegno umanitario cambia il corso della sua vita. Muore il 9 dicembre 1993 nel poliambulatorio italiano di Mogadiscio dove lavora come infermiera. Un folle le spara tre pallottole. È la prima e unica donna a morire tra i militari italiani, e accade nella stessa terra dove tre mesi dopo verrà uccisa la giornalista Ilaria Alpi. Restore Hope, ristabilire la speranza, è il nome dell'operazione umanitaria nello stato africano lacerato da anni di guerra civile a cui è dedicato il sacrificio di undici militari. Durante la battaglia del pastificio (Checkpoint Pasta) perdono la vita tre soldati. Tra i superstiti della giornata di scontri c'è Gianfranco Paglia, che gambizzato resta in servizio e oggi deputato del Pdl.

22 settembre 2009
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