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E ora il Giornale attacca
«il compagno Fini»

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7 setTembre 2009

Il Giornale di oggi titola in prima pagina «Dove vuole arrivare il compagno Fini», con un editoriale del direttore Vittorio Feltri dedicato al Presidente della Camera. Un attacco esplicito alle ultime dichiarazioni di Gianfranco Fini che secondo il direttore «rinnega il passato e fa retromarcia su ogni cosa: immigrazione, biotestamento e persino sui gay» con l'obiettivo di «correre per la presidenza della Repubblica» facendo però il gioco dell'opposizione.

«Sulla vicenda Boffo - scrive Feltri rivolgendosi direttamente alla terza carica dello Stato - ti sei comportato, tu e non il Giornale, in modo vergognoso. Hai espresso un'opinione dura nei miei confronti senza conoscere i fatti. Se li avessi conosciuti saresti stato prudente. Invece hai sparato per il piacere di sparare o per convenienza, che è anche peggio...prima di unirti al coro invocante la mia crocefissione in piazza, dato che non sei ancora il segretario del Pd, avresti dovuto informarti. Bastava una telefonata a me e non sarebbe stata la prima».

Quindi il direttore del Giornale rimprovera a Fini di averlo accusato di prendersela con Dino Boffo per la sua omosessualità ricordandogli che fu lui in passato a dire che «un maestro elementare non può essere gay», frase della quale «dovresti vergognarti». «Prendo atto - scrive ancora Feltri - che in un biennio hai cambiato posizione sui gay e non li consideri più, era ora, immeritevoli di stare in cattedra. A proposito di virate. Sei ancora di destra o da quella parte ti sei fatto superare da Berlusconi? Non è una domanda provocatoria, nasce da una constatazione: sulla questione degli immigrati parli come un vescovo, sul testamento biologico parli invece come Marino, quella della cresta sulle spese dell'Università da cui è stato licenziato».

La spiegazione di Feltri ai cambiamenti di linea del Presidente della Camera è che «ti sta a cuore la simpatia della sinistra che non sai più come garantirti, il motivo si può intuire, se sbaglio correggimi: tu miri al Quirinale perchè hai verificato che la successione a Berlusconi avverrà con una gara cui è iscritta una folla. Fare il ministro non ti va, hai già dato...ma per arrivare al Colle servono molti voti, non ne hai abbastanza nel Pdl, è necessario raccattarne a sinistra, alla quale fai l'occhiolino nell'illusione di sedurla». Il direttore con un avvertimento: «La sinistra ti usa perchè le fai comodo, sei il suo tassì. Al momento di eleggere il Presidente della Repubblica ai progressisti sarà passata la cotta e da loro non beccherai un voto. Consiglio non richiesto: rientra nei ranghi, torna a destra per recitare una parte in cui sei più credibile, non rischierai più di essere ridicolo, come lo sei stato spesso negli ultimi tempi».

7 setTembre 2009
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