Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano auspica che l'esame delle pratiche a tutela dei magistrati - alcune delle quali aperte in seguito ad accuse rivolte alla magistratura dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - «avvenga con serenità ed equilibrio».
Nella lettera inviata al vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, firmata, come da prassi, per il Segretario generale dal Consigliere del Presidente per gli Affari dell'amministrazione della giustizia Loris D'Ambrosio, il Capo dello Stato auspica che l'esame delle pratiche a tutela «avvenga con serenità ed equilibrio, in linea con la esigenza di fare responsabile e prudente uso di un istituto che - come emerge dalla formulazione dell'art. 21-bis R.I., dai lavori preparatori
della nuova previsione normativa e dal verbale della seduta consiliare del 2 luglio scorso - si giustifica solo quando è indispensabile per garantire la credibilità della Istituzione nel suo complesso da attacchi così denigratori da mettere in dubbio l'imparziale esercizio della funzione giudiziaria e da far ritenere la sua soggezione a gravi condizionamenti: non anche quando mira a garantire la reputazione dei singoli la cui tutela - come per tutti i cittadini - è rimessa alla iniziativa dei magistrati interessati».Nella lettera non c'è un riferimento esplicito alle pratiche che riguardano il premier, ma in generale ai sette fascicoli attualmente all'esame del plenum, quattro dei quali relativi alle esternazioni di Berlusconi su magistrati di più uffici giudiziari, a partire da quelli del processo Mills.
Nella missiva resa nota dal Quirinale c'è un richiamo alla mancanza di riferimenti, nelle motivazioni di alcune delle proposte di apertura di pratica a garanzia dell'indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria, all'articolo 21-bis del Regolamento interno del Csm «che disciplina l'istituto ancorandolo a stringenti e rigorosi presupposti». L'articolo 21-bis, introdotto nel regolamento del Consiglio superiore della magistratura dal decreto Csm 15 luglio 2009, individua una procedura per gli interventi a tutela dell'indipendenza e del prestigio dei magistrati e della funzione giudiziaria. Prevede che gli interventi del Consiglio a tutela di magistrati o della magistratura abbiano come presupposto «l'esistenza di comportamenti lesivi del prestigio e dell'indipendente esercizio della giurisdizione tali da determinare un turbamento al regolare svolgimento o alla credibilità della funzione giudiziaria». (N.Co.)