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Udc decisiva in otto regioni su tredici

do Roberto d'Alimonte

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Giovedí 17 Settembre 2009

Le elezioni regionali si terranno in primavera ma le grandi manovre sono già cominciate. Per l'Udc queste elezioni rappresentano una opportunità perché i suoi voti potrebbero essere decisivi per la vittoria dell'uno o dell'altro schieramento in molte regioni anche se non in tutte. In Lombardia e Veneto la destra può vincere da sola. E così è per la sinistra in Emilia, Toscana e Basilicata.

Ma ci sono altre otto regioni in cui l'Udc può fare la differenza. Per calcolare il peso che possono avere i voti del partito di Casini si sono utilizzati due tipi di dati, quelli delle ultime europee e quelli delle politiche 2008 alla Camera. Inoltre si sono aggregate parti della sinistra e della destra sulla base di ipotesi coalizionali plausibili. La sinistra delle europee comprende il Pd, Sinistra e Libertà, l'Idv e i radicali. Quella delle politiche 2008 comprende il Pd, i Socialisti, l'Idv e Unione democratica consumatori. Quanto alla destra i dati delle europee includono Pdl, Lega, i Liberal democratici e la lista composta da Destra, Mpa, Pensionati mentre quelli delle politiche 2008 includono Pdl, Lega, Mpa e Pli. Restano fuori dai calcoli sinistra e destra radicali. Con questi dati e aggregazioni si può vedere che l'Udc non è ugualmente decisiva in tutte le otto regioni contendibili. Lo è soprattutto in quelle in cui esiste un equilibrio di forze tra i due poli maggiori.

Il Lazio per esempio, ma anche la Liguria, le Marche, la Calabria. In altre regioni il vantaggio competitivo di cui gode uno schieramento è tale che i suoi voti fanno comodo ma potrebbero non essere indispensabili. È il caso della Campania. Qui il partito di Casini alle europee ha raccolto l'8,7% dei voti, che è un bel risultato, ma la destra è vicina al 50% con una sinistra al 38%. A parti rovesciate è la situazione che l'Udc ha di fronte in Umbria dove il vantaggio della sinistra sulla destra rende difficile ipotizzare che una Udc alleata alla destra possa ribaltare la situazione anche perché in tal caso è probabile che la sinistra moderata si allei con la sinistra radicale. In queste situazioni di predominio di uno schieramento sull'altro la forza contrattuale dell'Udc è minore.

Infatti occorre tener presente che il sistema elettorale con cui si voterà nelle regioni prevede che la coalizione che ottiene un voto più delle altre vince. Quindi non è necessario arrivare al 50%. Basta essere certi di avere più voti della coalizione avversaria. Da questo punto di vista il doppio turno con cui si è votato alle comunali e alle provinciali offriva all'Udc una opportunità in più. Alle regionali la scelta di schierarsi da una parte o dall'altra va presa "al buio" cioè senza sapere l'effettiva consistenza dei due poli maggiori. Questa è una complicazione in più.

Alla luce dei dati in tabella sarà interessante vedere quale sarà la strategia di alleanze del partito di Casini. Se deciderà di massimizzare il peso elettorale del suo partito farà accordi ad hoc secondo la logica della politica dei due forni. Sempreché gli altri stiano al gioco. Ma potrebbe anche scegliere di schierarsi sistematicamente da una parte nell'ottica di una strategia di medio periodo attenta all'evoluzione del quadro politico nazionale. Questa sembra però una ipotesi poco plausibile alla luce dei progetti in cantiere di "grande centro". Oppure potrebbe stare alla finestra. Ma anche questa non è una strategia senza rischi. Il voto utile è sempre in agguato.

Giovedí 17 Settembre 2009
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