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Lo strappo di Fini, il gelo nel Pdl e le sirene del Centro

di Emilia Patta

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11 settembre 2009



«Dice di aprire agli immigrati? Se li porti a casa sua». Umberto Bossi non usa mezzi termini, com'è nel suo stile, nel commentare le posizioni di Gianfranco Fini in tema di immigrazione. Tanto per ricordare al premier, se ce ne fosse bisogno, qual è il prezzo da pagare per una riconciliazione con il presidente della Camera. E infatti Silvio Berlusconi viene descritto da più parti come «molto nervoso», stretto com'è tra gli aut aut di Fini e quelli della Lega mentre non accenna a scemare l'attenzione dei media sul caso escort. Certo i paletti posti da Fini a Gubbio non sono irrilevanti: più democrazia nel partito, e soprattutto un partito che – dalle alleanze alla politica economica fino all'immigrazione e ai temi etici – discuta nei luoghi appropriati e decida, se necessario, anche votando a maggioranza. Insomma basta con il partito del premier e con le decisioni prese durante le cene di Arcore.

Sono questioni politiche, e come tali Berlusconi non potrà non tenerne conto. Anche se in un certo senso le posizioni di Fini sono "irricevibili" per una personalità politica come quella del premier e per l'idea leaderistica che ha sempre avuto del partito, prima Forza Italia ora Popolo della libertà: un partito che sostiene il leader e non certo che lo critica o lo pungola. Indicative anche le reazioni dello stato maggiore del Pdl, sia di provenienza aennina sia di provenienza azzurra: il refrain è «il Pdl non è una caserma, c'è posto per le posizioni di tutti, anche per quelle di Fini». Insomma sulla forma-partito nessuno dà ragione al presidente della Camera, anche se molti – a cominciare da Sandro Bondi e Ignazio La Russa, coordinatori del partito insieme a Denis Verdini – sono preoccupati delle possibili conseguenze dello strappo tra Fini e Berlusconi e lavorano alla ricucitura. «Berlusconi–Fini? Squadra che vince non si cambia»: è il ministro della Giustizia Angelino Alfano – che per altro ieri si è visto costretto a intervenire in difesa dei Pm anti-mafia dopo gli attacchi di Berlusconi – a farsi portavoce di queste preoccupazioni e ad auspicare un appianamento dei dissidi.

La prossima settimana, dall'atteso faccia a faccia tra Berlusconi e Fini, potrebbe arrivare qualche novità. Intanto nel week end il presidente della Camera dovrebbe comparire a Chianciano, agli "Stati generali" dell'Udc di Casini. Le sirene del Centro sono sempre forti. «Solo da qui, da una nuova grande aggregazione autonoma da Pdl e Pd, può arrivare al paese la spinta di innovazione riformatrice», ha detto Cesa aprendo la kermesse centrista.

11 settembre 2009
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