Difficile, quasi impossibile mettere in discussione le primarie dopo il risultato del 25 ottobre: 2,8 milioni di votanti è un dato che nemmeno i più ottimisti nel Pd si aspettavano. E poi c'è la rassicurante continuità di vedute tra iscritti e popolo dei gazebo: entrambi hanno scelto Pier Luigi Bersani, con percentuali simili. Come dire che i lunghi mesi di discussione aperta nel partito, con i tre candidati che si sono confrontati pubblicamente, non sono stati così logoranti come in molto temevano.
Da segretario Pier Luigi Bersani quei 3 milioni di elettori li ha voluti portare, come lui stesso ha precisato, in uno dei luoghi della crisi: nel distretto del tessile a Prato. Perchè, ha spiegato «uno degli obiettivi prioritari» del Pd ora è proprio quello di «abbattere il muro tra la politica e lo stato reale delle cose». La nostra agenda, ha sottolineato «sono i problemi concreti dei cittadini». Da Prato Bersani ha offerto la disponibilità dei Democratici a collaborare per affrontare la crisi economica: «se c'è da fare qualche sforzo per aiutare lavoratori, piccole imprese e famiglie, un grande sforzo collettivo, noi siamo pronti». E sulla gestione della crisi da parte del Governo Berlusconi: «Si è buttato via un anno ed invece bisogna mettere i soldi in tasca alla gente che si sta impoverendo; andare incontro direttamente alle piccole imprese per dare un po' di fiato e mettere mano agli investimenti perchè non è possibile che bisogna aspettare il ponte sullo Stretto per investire».
Il taglio dell'Irap? La proposta - dice il segretario Pd - «si è persa nelle nebbie tra San Pietroburgo e Arcore e poi se si parla di riduzione per le imprese è necessario che si intervenga anche a favore di famiglie e lavoratori».
Il caso Marrazzo? «Mi pare che Berlusconi non si sia ancora auto sospeso... forse la settimana prossima. Oggi lasciamo stare le vite private, parliamo delle vite di artigiani e cittadini».
Bersani parla anche dei rapporti con la maggioranza e dice di avere in mente «non un partito che dialoga perchè dialogo è una parola malata, ma un partito che si confronta». C'è il Parlamento, sottolinea il segretario «lì si discute e noi siamo pronti a discutere dei problemi che interessano alla gente, non i problemi della maggioranza».
Alle forze di opposizione lancia un appello perchè non si sottraggano a un discorso di prospettiva, per «cercare di dare un'altra offerta agli italiani».