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Il governo salva il consiglio comunale di Fondi. Insorge l'opposizione

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9 ottobre 2009


Il Consiglio dei ministri ha «preso atto oggi dello scioglimento del Consiglio comunale di Fondi. I cittadini andranno a votare a marzo». Lo ha detto al termine del Consiglio dei ministri il responsabile del Viminale, Roberto Maroni. «L'amministrazione comunale non c'è più, il problema è stato risolto», ha detto Maroni. «Io ho proposto di scegliere la via della democrazia, che è sempre meglio di ogni commissariamento. Le prossime elezioni si terranno dunque a marzo e il popolo sovrano sceglierà la nuova amministrazione comunale». Lo scioglimento del comune di Fondi per infiltrazioni mafiose era stato chiesto sulla base della relazione del prefetto di Latina, Bruno Fratasi. La scorsa settimana si era dimesso il sindaco di Fondi Luigi Parisella (Pdl) e i componenti della giunta e della maggioranza del consiglio comunale. Ma i rinvii della decisione del Cdm sullo scioglimento dell'amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose aveva fatto insorgere il Pd che aveva parlato «di mossa tattica», di «dimissioni per azzerare l'amministrazione e non farla sciogliere per infiltrazioni criminali».

Di fronte alla decisione del Governo, nuova levata di scudi delle opposizioni. Il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro ha chiesto che il ministro dell'Interno Maroni dia le dimissioni: «è vergognoso che questo governo non abbia sciolto il comune di Fondi. È un atto gravissimo che conferma la collusione fra la politica e la mafia». Per Antonio Di Pietro, «la legalità, la trasparenza e il rispetto delle istituzioni sono un optional per questo esecutivo, che continua a calpestare le più elementari regole di civiltà». Per il leader dell'Italia dei valori «con la decisione presa oggi il Governo Berlusconi da il via libera alla candidatura, per le prossime elezioni, al sindaco e ai consiglieri dimissionari». Il no allo scioglimento per mafia del Comune di Fondi da parte del consiglio dei ministri è una decisione «incredibile» e «sconcertante», ha detto il senatore del Pd, componente delal Commissione parlamentare antimafia ed ex prefetto di Roma, Achille Serra. «È incredibile - ha detto Serra - non solo per il tempo trascorso prima della decisione del consiglio dei ministri dalla presentazione della relazione del prefetto al ministro ma anche, e soprattutto, perchè la richiesta di sciogliemento era stata presentata dallo stesso ministro dell'Interno, Roberto Maroni. C'erà, dunque, l'avallo di Maroni sulla Relazione del Prefetto Frattasi, che è frutto di un lavoro tecnico della commissione prefettizia». Le motivazioni di questa decisione, per Serra, «non sono chiare. Io auspico che a brevissimo il ministro dell'Interno venga in audizione in Commissione antimafia».

Walter Veltroni, Laura Garavini e Luigi De Sena hanno chiesto al presidente della commissione Antimafia Pisanu di convocare immediatamente la commissione con la presenza del ministro dell'Interno, perché Maroni spieghi «le ragioni di questa grave scelta». Il mancato scioglimento del Consiglio comunale di Fondi dimostra che «la mafia ha sconfitto lo Stato ancora una volta. Il Governo ha ceduto alle pressioni dei partiti locali del centrodestra, contraddicendo e dunque esponendo il prefetto e tutte le forze dell'ordine». Per i 3 «emerge con assoluta chiarezza la responsabilità del ministro degli Interni Roberto Maroni che in commissione aveva preso l'impegno a sciogliere il comune di Fondi, cosa che poi non è avvenuta. È lui il principale responsabile. È lui che deve tornare in commissione antimafia a rispondere di questa gravissima decisione».

Il governo rinviando continuamente lo scioglimento del comune di Fondi «ha regalato un salvacondotto all'amministrazione comunale della cittadina infiltrata dalla camorra e dalla n'drangheta», ha sottolineato Pina Picierno, responsabile Legalità del Pd. «Sindaco e consiglieri collusi grazie ai continui rinvii hanno avuto il tempo di preparare una exit strategy: infatti con le dimissioni hanno impedito che il Comune fosse sciolto per infiltrazioni mafiose evitando l'applicazione della normativa antimafia e non solo», ha sottolineato. Tra l'altro,
ha spiegato, «si è creato un precedente pericolosissimo perché da domani ogni volta che ci troveremo in situazioni analoghe vedremo sindaci e consiglieri dimettersi per evitare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose». Per Marco Minniti, responsabile della sicurezza del Pd, il mancato scioglimento del comune Fondi per mafia costituisce «una Caporetto dello Stato di diritto e della lotta contro la mafia». Minniti critica il «balletto» del Governo «che ha rimandato continuamente lo scioglimento per mafia del Comune di Fondi, pesantemente infiltrato dalla malavita organizzata. Il ritardo «è servito soltanto a coprire l'operazione che ha portato all'auto scioglimento del consiglio comunale con le dimissioni di sindaco e consiglieri». Ora il rischio è quello »di ridare voce agli stessi attori dei condizionamenti mafiosi».

9 ottobre 2009
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