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Il lodo Alfano è illegittimo. Berlusconi critica i giudici e il capo dello Stato

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7 ottobre 2009

Il lodo Alfano è incostituzionale in quanto non si può modificare una norma della Costituzione con legge ordinaria. I giudici della Consulta hanno bocciato, dunque, la legge che sospende i processi per le quattro alte cariche dello Stato: i presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio.

Le violazioni riscontrate. I giudici della Corte costituzionale, che hanno assunto la decisione a maggioranza, hanno riscontrato la violazione dell'articolo 138 della Costituzione - vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale (e non ordinaria come quella usata dal lodo per sospendere i processi nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato) - e la violazione dell'articolo 3 (principio di uguaglianza). La Consulta ha anche dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale della stessa disposizione proposte dal Gip del Tribunale di Roma.

Gli effetti della decisione. L'effetto della decisione della Consulta sarà la riapertura di due processi a carico del premier Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset. C'è poi un terzo procedimento, Mediatrade, che potrebbe approdare in aula se il premier dovesse essere rinviato a giudizio nei prossimi mesi. Un altro procedimento pendente riguarda, poi, l'inchiesta su una presunta compravendita di senatori all'epoca del governo Prodi.

Berlusconi: «La Consulta è di sinistra». «Andiamo avanti, dobbiamo governare 5 anni con o senza lodo». Così, il premier Silvio Berlusconi, uscendo da Palazzo Grazioli, ha commentato la sentenza. «Non ci ho mai creduto perché - ha proseguito Berlusconi - con una Corte costituzionale con 11 giudici di sinistra era impossibile che lo approvassero». Il premier nel suo sfogo dopo la sentenza ha tirato in ballo non solo la sinistra, ma anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. «Abbiamo una minoranza di magistrati rossi - ha detto il premier - che è organizzatissima e che usa la giustizia a fini di lotta politica. Il 72% della stampa è di sinistra, gli spettacoli di approfondimento della tv pubblica pagata con i soldi di tutti, sono di sinistra, ci prendono in giro anche con gli spettacoli comici». Poi l'accenno a Napolitano: «Il capo dello Stato - ha detto Berlusconi - sapete voi da che parte sta. Abbiamo giudici della Corte costituzionale eletti da tre capi dello Stato di sinistra, che fanno della Corte costituzionale non un organo di garanzia ma politico». Il premier ha detto che i processi che gli «scaglieranno sul piatto sono autentiche farse» e che sottrarrà «qualche ora alla cura della cosa pubblica per andare là e sbugiardarli tutti».

Napolitano sta «dalla parte della Costituzione». «Tutti sanno - sottolinea una nota del Quirinale - da che parte sta il presidente della Repubblica. Sta dalla parte della Costituzione, esercitando le sue funzioni con assoluta imparzialità e in uno spirito di leale collaborazione istituzionale». Dal Quirinale trapela che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto con rispetto la sentenza della Corte costituzionale sul lodo Alfano. Negli stessi ambienti si osserva fra l'altro che solo alla Consulta spetta il giudizio di costituzionalità sulle leggi.

Berlusconi: «Mi sento preso in giro e non mi interessa quello che ha detto Napolitano». All'uscita dalla mostra ospitata a palazzo Venezia, il premier rispondendo ai giornalisti ha detto: «Non mi interessa quello che ha detto Napolitano, mi sento preso in giro. Chiuso». Subito dopo il premier ha fatto rientro nella sua residenza di palazzo Grazioli. Quindi, in un'intervista rilasciata al Gr1 dopo la bocciatura del lodo Alfano, è nuovamente intervenuto sul ruolo e sulla figura del capo dello Stato: «Il presidente della Repubblica - ha dichiarato - è stato eletto da una maggioranza che non è più maggioranza del Paese, la maggioranza di sinistra. Le sue radici, totali, la sua storia, è dimostrato, sono di sinistra. Credo che anche l'ultimo atto di nomina di un giudice della Corte dimostri da che parte sta. Tutto qui».
Il premier ha anche aggiunto di essere pronto a difendersi nelle aule di tribunale e «andando in televisione» per dimostrare «di che pasta sono fatto». Ci sono due processi «farsa, risibili, assurdi che - ha aggiunto Berlusconi - illustrerò agli italiani andando anche in tv, mi difenderò io stesso anche nelle aule del tribunale facendo esporre al ridicolo gli accusatori e mostrando agli italiani di che pasta sono fatti loro e, se mi consente, di che pasta sono fatto io».

La Consulta era chiamata a decidere su tre ricorsi. La Consulta era chiamata a decidere sulla legittimitá costituzionale del provvedimento varato dal Parlamento nel luglio del 2008 e nei confronti del quale erano stati presentati tre ricorsi: due dai giudici di Milano, nell'ambito dei processi in cui il premier Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato inglese David Mills (condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi) e per irregolaritá nella ompravendita dei diritti televisivi Mediaset. Il terzo è del gip di Roma chiamato a decidere se rinviare o meno a giudizio Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione di alcuni senatori eletti all'estero durante la scorsa legislatura.

7 ottobre 2009
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