Ecco le 22 raccomandazioni rivolte all'Italia dal Consiglio d'Europa per combattere la corruzione, nel primo rapporto elaborato dal GRECO, il gruppo di 47 paesi impegnati su questo fronte.
1) Servizio anticorruzione
Il Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un’altra entità competente, deve elaborare, con l’ausilio della società civile, una strategia per combattere la corruzione che preveda la prevenzione, l’individuazione dei casi di corruzione oltre che indagini e azioni giudiziarie. Tale entità deve anche prevedere a monitorare e valutare l’efficacia delle misure messe in atto.
2) Rivedere le leggi attuali e future
Le autorità italiane devono accertarsi che le leggi in vigore e quelle future, che devono assicurare che la giurisprudenza italiana sia in linea con i requisiti della Convenzione penale sulla corruzione, siano riviste al fine di assicurare una loro facile applicazione da parte della magistratura e degli avvocati.
3) Formazione specifica per le forze dell'ordine
Istituire un corso specializzato per le forze dell’ordine su come investigare i casi di corruzione e i crimini finanziari connessi.
4) Coordinamento tra le forze dell'ordine
Accrescere il coordinamento e lo scambio di conoscenze tra le diverse forze dell’ordine, considerando la possibilità di istituire un meccanismo di supporto orizzontale che assista le forze dell’ordine durante le indagini sui casi di corruzione.
5) Tempi ragionevoli per i processi per corruzione
Al fine di garantire che i casi di corruzione vengano decisi sul merito entro un tempo ragionevole, le autorità devono effettuare uno studio dei processi inerenti i casi di corruzione che finiscono per decorrenza dei termini per stabilire la portata e la natura dei problemi che potrebbero emergere, risolverli entro un tempo che dovrà essere stabilito e rendere pubblici i risultati di questo processo.
6) Il Lodo Alfano non ostacoli i processi
Assicurare che il Lodo Alfano non costituisca un ostacolo all’effettiva azione legale in caso di corruzione, cancellando l’immunità per seri crimini di corruzione, in caso di flagranza di reato o quando i processi hanno già raggiunto uno stadio avanzato.
7) Confisca in rem
Considerare l’introduzione della confisca in rem.
8) Strumenti di valutazione dei risultati
Adottare strumenti appropriati che consentano di valutare l’efficacia nella pratica delle attività svolte dalle forze dell’ordine soprattutto per quanto concerne l’applicazione di misure preventive e conseguenti ordini di confisca.
9) Denunciare le transazioni sospette
Enfatizzare con gli organi competenti l’importanza di denunciare le transazioni sospette, introducendo sanzioni per le omissioni o i ritardi
10) Risorse dedicate
Il governo italiano deve dare al Servizio Anticorruzione e Trasparenza o un altro ente l’autorità e le risorse per valutare sistematicamente l’efficacia del sistema amministrativo designato ad aiutare la prevenzione e l’individuazione della corruzione. Le valutazioni vanno rese pubbliche e devono servire a introdurre eventuali modifiche atte a migliorare il sistema.
11) Accesso alle informazioni degli enti locali
Il Governo deve valutare come le amministrazioni locali stanno applicando l’articolo 10 della legge 267/2000 (diritto di accesso e di informazione) e prendere le necessarie misure affinché le autorità locali rispettino quanto previsto da questa legge. Il governo deve inoltre valutare la legge al fine di stabilire se il requisito della motivazione (per cui si vuole acquisire un dato atto o documento) stia impropriamente limitando l’abilità di giudicare le amministrazioni dei cittadini. Inoltre in modo da evitare un appello ai tribunali amministrativi congestionati da cause pendenti dovrebbe essere presa in considerazione la possibilità di dare alla Commissione per l’accesso all’informazione l’autorità di ordinare all’autorità locale di fornire le informazioni richieste.
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12) Studiare alternative al processo
Per far fronte alla lunghezza dei processi e agli arretrati dei tribunali amministrativi le autorità dovrebbero considerare l’opportunità di istituire formalmente alternative al processo.