«Il supremo organismo del nostro
ordinamento, la Corte costituzionale, ha semplicemente ristabilito il principio che era stato violato, quello dell'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge». Questo il primo commento del segretario del Pd, Dario Franceschini, dopo la sentenza della Consulta che boccia il lodo Alfano per incostituzionalità e per violazione del principio di uguaglianza. «Non ci possono essere eccezioni - ha detto Franceschini - tutti sono uguali davanti alla legge, anche i potenti».
Riferendosi alle reazioni del centrodestra alla sentenza la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro ha sottolineato che «è un errore valutarla come una sentenza politica, ma viste le dichiarazioni di Bossi mi aspettavo questa reazione che trovo sbagliata». Secondo Anna Finocchiaro questa sentenza è «espressione della forza della Costituzione e dell'indipendenza della Corte Costituzionale». Per Finocchiaro ora «il premier valuterà la compatibilità tra il suo ruolo di presidente del Consiglio, legittimamente eletto e gli impegni da imputato».
«È il momento di tenere i nervi saldi: ciascuno rispetti le decisioni che vengono prese dalle istituzioni della Repubblica», ha commentato Francesco Rutelli. «Un sistema democratico é fondato su un equilibrio di poteri. Chi pensa di romperlo rischia di demolire la convivenza nazionale».
Il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro chiede al premier di dimettersi e spera che «da oggi, alla luce della decisione della consulta il presidente del consiglio la smetta di fare leggi a proprio uso e consumo, si dimetta dall'incarico e vada a fare quello che da 15 anni si ostina a non voler fare: l'imputato. E spero che il presidente della Repubblica, d'ora in poi, non sia così frettoloso nel firmare provvedimenti incostituzionali e immorali».