Quali saranno le contromosse di maggioranza e governo dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il lodo Alfano per le alte cariche dello Stato?
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha subito chiarito: «Non abbiamo intenzione di seguire la via della legge Costituzionale»
La soluzione alla quale la maggioranza pensa in queste ore è l'accelerazione di alcune norme contenute nel Ddl di riforma del processo penale, attualmente all'esame della commissione Giustizia al Senato: in particolare si punta sulla non utilizzabilità delle sentenze passate in giudicato come elementi di prova in altri processi. In questo modo se la condanna dell'avvocato inglese David Mills a diventasse definitiva, la sentenza non potrà essere utilizzata nel processo a carico del premier
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AMPLIATI I MOTIVI PER RICUSARE I GIUDICI
La riforma del processo penale includerà tra le ipotesi di ricusazione dei giudici anche valutazioni espresse dal magistrato «al di fuori dell'esercizio delle funzioni giudiziarie nei confronti delle parti del procedimento e tali da recare pregiudizio all'imparzialità del giudice»
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LIMITI ALLE PROVE TRATTE DA PROCEDIMENTI ALTRUI
Il Ddl Alfano di riforma modifica una norma del codice di procedura penale (238 bis) per far sì che le sentenze passate in giudicato non siano più considerate come elementi di prova in altri processi (se non per i reati di mafia, terrorismo o per reati gravissimi)
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ESTESO IL DIRITTO DI PROVA PER LA DIFESA
Nel nuovo processo penale verrà esteso il diritto alla prova della difesa: l'imputato avrà margini più ampi di presentare prove. Il Ddl prevede che a parziale contrappeso, si impone maggiore rigore nell'indicare la rilevanza dei testimoni da ascoltare