Rinvio al 25 maggio 2010 per il ricorso civile da 2,2 miliardi di euro di danni potenziali contro UniCredit per il crac Federconsorzi (Fedit). Davanti al giudice della tredicesima sezione del tribunale di Roma, Sergio Pannunzio, il legale di due delle società estere di Fedit creditrici di Unicredit, ha chiesto un termine per controdedurre alle tesi proposte dall'istituto bancario; da ciò il rinvio per esaminare le argomentazioni di fatto e diritto che sono stati proposte.
I creditori Fedit si sono rivolti al giudice civile nei confronti di Unicredit (chiamata in causa in quanto "erede" del Banco di Santo Spirito) per presunte responsabilità in merito al dissesto da circa 6 mila miliardi di lire, datato 1991. Ritengono che le modalità con cui il patrimonio di Fedit è stato alienato avrebbero violato il principio di uguale trattamento, creando due diverse classi di creditori: quelli aderenti al "piano Capaldo" (ideato dall'allora presidente del Banco di Santo Spirito), che avrebbero beneficiato dell'acquisto del patrimonio per un corrispettivo inferiore a quello di mercato, e quelli che, rimasti estranei al piano, sono stati soddisfatti con il prezzo fissato. Dal canto suo Unicredit ha definito «priva di fondamento» la causa civile, sottolineando come l'oggetto della domanda proposta in giudizio è «di 78 milioni di euro».
«Come creditori - hanno sottolineato in una nota le società Kensington International e Springfield Associates - siamo fiduciosi che l'azione da noi intrapresa nei confronti di Unicredit per la vicenda di Federconsorzi (Fedit) avrà successo e potrebbe determinare la responsabilità complessiva di Unicredit sino a 2,2 miliardi di euro. Condividiamo e supportiamo con forza la decisione del giudice di non acconsentire alla richiesta (di Unicredit) di ottenere un'immediata udienza di precisazione delle conclusioni. Un più cauto approccio, che prevede la concessione di 30 giorni per presentare ulteriori memorie; più ulteriori 30 giorni per presentare tutte le richieste istruttorie, e 20 ulteriori giorni per le richieste di prova contraria, garantirà la possibilità di accertare pienamente la verità dopo quasi 20 anni dalla iniziale insolvenza di Federconsorzi».
Kensington e Springfield sono creditori di Federconsorzi dal 2000 e hanno subito ingenti perdite a causa della vicenda che ruota intorno al dissesto di Fedit. I fondi, affiliati di Elliott Management Corporation, società di investimento internazionale privata, hanno la responsabilità di recuperare queste perdite per conto dei loro investitori che includono fondi pensione, fondi di dotazione di università e istituzioni benefiche, family office e dipendenti della società.