Al Csm sono già pronti per misurare l'impatto sui processi di quella che, tra le toghe, viene considerata «peggio di un'amnistia». «Per fare una stima corretta, bisognerà prima leggere i dettagli del disegno di legge», dicono a palazzo dei Marescialli dove, però, valutano nell'ordine di centinaia di migliaia i processi destinati all'«estinzione» con il Ddl battezzato da Governo e maggioranza «processo veloce» o «breve», che sarà presentato nei prossimi giorni al Senato. Silvio Berlusconi non ha spuntato da Gianfranco Fini l'ombrello più ampio della «prescrizione breve» (taglio di 1/4 dei tempi, per i reati puniti fino a 10 anni), ma si è assicurato «l'estinzione» dei due processi milanesi Mediaset diritti Tv e Mills, in cui è imputato, rispettivamente, di frode fiscale e di corruzione giudiziaria. E ciò grazie alla norma transitoria che Niccolò Ghedini, suo consigliere giuridico nonché avvocato difensore, ha inserito nel testo.
I due processi al premier sono ancora in primo grado e quindi, in base alla norma transitoria, sottoposti alla nuova regola dei 2 anni di tempo massimo per arrivare alla sentenza, se l'imputato è incensurato e il reato per cui si procede è punito fino a 10 anni (ad eccezione dei reati di mafia, terrorismo o grave allarme sociale come rapina, omicidio, estorsione e con l'esclusione di chi è recidivo o delinquente abituale; la corruzione non è stata esclusa). In questi casi, dunque, se dal decreto di rinvio a giudizio sono trascorsi già 2 anni, il giudice sarà costretto a prosciogliere l'imputato perché «il reato è estinto». Ed è quel che dovrà fare il Tribunale di Milano nel processo Mediaset diritti Tv: il decreto che dispone il giudizio è del 7 luglio 2006 e quindi - pur recuperando l'anno di sospensione dovuto al ricorso alla Consulta sul Lodo Alfano - il processo è morto a luglio del 2009. Sarebbe già cadavere anche il processo Mills: il decreto che dispone il giudizio è del 30 ottobre 2006 e quindi si è «estinto» a ottobre 2009 (tenuto sempre conto della sospensione dovuta al Lodo Alfano). Peraltro, anche se l'inizio della «fase» dibattimentale venisse spostata in avanti, e cioè alla prima udienza di apertura del dibattimento (come stabiliva il Ddl Fassone, a cui si ispira il Ddl Ghedini), il risultato non cambierebbe di molto, perché soltanto il processo Mills avrebbe ancora qualche mese di vita, fino a marzo 2010.
Il «processo veloce» o «breve» non toccherà invece l'inchiesta Mediatrade-Rti perché è in fase di indagine e il Ddl si applica solo ai processi di primo grado (anche pendenti), appello e Cassazione (per una durata complessiva di 6 anni). Nonostante questa limitazione, e sebbene Fini abbia preteso dal premier che la nuova normativa sia accompagnata da risorse umane e finanziarie a supporto dei tribunali, il provvedimento sta già suscitando allarme per le ricadute che produrrà sul dissestato sistema giudiziario. Oggi si riunisce l'esecutivo dell'Anm per una prima valutazione della situazione; nel pomeriggio, i vertici del sindacato delle toghe incontreranno la Consulta Pdl sulla giustizia e solo dopo diranno ufficialmente che ne pensano del Ddl. Ma tra i magistrati c'è grande preoccupazione per un intervento che viene, di fatto, assimilato a una «drastica riduzione della prescrizione» e che, in mancanza di riforma strutturali e processuali, «comporterà il rischio di una diffusa impunità». «Molto peggio di un'amnistia», dicono, perché le nuove norme «andranno a regime», mentre l'amnistia è una tantum. E se oggi si contano circa 200mila prescrizioni», con il Ddl saranno «molte, ma molte di più». Fortissimi, poi, tra i magistrati, i dubbi di costituzionalità sul provvedimento «che crea addirittura un triplo binario»: tre processi di diversa velocità (e con esiti diversi) per gli incensurati imputati di reati fino a 10 anni, esclusi quelli di mafia e terrorismo nonché quelli di grave allarme sociale come omicidi e rapine; per i recidivi o i delinquenti abituali; per chi ha oggi un processo in corso in primo grado rispetto a chi è in appello o Cassazione. Il Presidente della Repubblica lo firmerà?