No di Brunetta alla candidatura di Massimo D'Alema a ministro degli esteri Ue. «Comprendo le ragioni per cui il governo italiano sostiene la candidatura di italiani ai vertici delle istituzioni europee - ha detto il ministro della Pubblica amministrazione Brunetta, prima di intervenire a Mestre a un incontro politico del Pdl - ma sono contrario alla candidatura di Massimo D'Alema».
Poi intervenendo poi alla trasmissione radiofonica «Il Brunetta della domenica», su Rtl 102,5, ha spiegato le ragioni della sua contrarietà. «Non è per ragioni personali, ma penso che un ministro degli esteri europeo debba avere altre caratteristiche che non sono quelle che il pur competente D'Alema ha. Però ovviamente l'Italia ha tutto l'interesse ad avere un italiano in una posizione preminente a livello europeo. Ma i comunisti e i post-comunisti non sono ancora diventati socialdemocratici e finché non diventeranno socialdemocratici non possono rappresentare il futuro dell'Europa».
Nei tribunali serve un manager. Serve un manager che organizzi il lavoro nei tribunali. Che non deve essere necessariamente un magistrato. «Un manager - spiega Brunetta - che organizzi il lavoro dei magistrati, dei cancellieri, degli avvocati. Serve l'introduzione efficiente delle nuove tecnologie, eliminare la carta e i falconi. Serve un grande investimento culturale». Per Brunetta «non è un attacco all'indipendenza, per carità. È per l'efficienza. Io concordo con il processo breve - prosegue - perchè dà gli standard come io li introdurrò in tutto il sistema burocratico, tipo dire che, ad esempio, una Tac non può avere più di 15 giorni di attesa».