Centinaia di file cancellati stanno nel computer di Brenda, la transessuale morta nell'appartamento andato a fuoco a Roma il 20 novembre. E nel pc, ora all'esame della procura di Roma, ci sono anche parecchi video.
Non si può escludere, al momento, che nel materiale recuperato ci sia anche il «secondo video» - oltre quello già a disposizione degli inquirenti - di durata molto più lunga del primo: circa 13 minuti, ritrae l'ex presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo, con Brenda e un'altra trans, Michelle.
I consulenti del procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, dai primi esami sul computer hanno stabilito che i file trovati erano stati cancellati dalla memoria visibile del pc. Un'operazione che tuttavia ha consentito agli esperti di recuperare nell'hard disck del computer gli stessi file. È probabile che oggi saranno già noti i primi risultati delle osservazioni degli inquirenti sul computer, di cui peraltro è stata fatta una «copia forense», cioè una sorta di clonazione per evitare la perdita dei dati durante la verifica.
Resta la stranezza di aver trovato il computer di Brenda scivolato dentro il lavandino dell'appartamento dove un trolley ha preso fuoco, provocando la morte del la viado per intossicazione da ossido di carbonio. Nel lavandino dal rubinetto scorreva acqua, ma a parte l'ipotesi di un messaggio simbolico, tutta da verificare, o l'altra possibilità - non remota - che il pc sia finito nel lavabo perchè stava su un piano inclinato, non si comprende per quali altre ragioni dovesse stare lì in quel modo.
L'altra novità di ieri è la conferma che il procacciatore di cocaina per le trans, Gianguerino Cafasso, è morto per aver ingerito una dose letale di eroina mascherata come se fosse cocaina e rivelatasi letale «in pochissimi minuti». Cafasso è deceduto il 12 settembre scorso a Roma all'hotel Romulus sulla Salaria e nella stanza gli furono trovati 180 euro, più un assegno postale, non intestato a lui, di 350 euro, e un cellulare con scheda Wind sul quale gli investigatori - il Ros, raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri - stanno lavorando, tabulati compresi.
Ieri a Radio 24 la madre di Cafasso, Laura, ha detto: «Penso che mio figlio sia stato ricattato e messo in mezzo». Cafasso aveva tentato di commercializzare il video che ritrae Marrazzo con l'altro trans che incontrava, Nathalie.
Il fascicolo sul decesso di «Rino» Cafasso, per ora rubricato secondo l'articolo 586 del codice penale, ossia morte o lesioni come conseguenza di altro delitto (nella fattispecie cessione di droga) sia avvia ben presto a essere rubricato come omicidio volontario. Il procuratore Giancarlo Capaldo aspetta i risultati ufficiali e finali della consulenza tossicologica.
Si attendono anche gli esami tossicologici che riguardano la morte di Brenda: è assai probabile che si accerti l'assunzione di una dose consistente di Minia, un tranquillante, preso poco tempo prima della morte. Ma la causa del decesso resta comunque l'intossicazione da fumo.
Ieri hanno parlato anche i legali di Brenda, Nicodemo Gentile e Valter Biscotti: «Lavoreremo per restituire a Brenda dignità e giustizia, quella che spetta ad ogni persona indipendentemente dal suo status».
marco.ludovico@ilsole24ore.com