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Il Pdl contro Fini: «È fuori dalla linea del partito»

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2 dicembre 2009
Il presidente della Camera Gianfranco Fini

Nulla da chiarire, niente di cui scusarsi. Gianfranco Fini, dopo essere stato 'pizzicato' da un fuori onda nel quale critica il premier perché confonde il consenso popolare con l'immunità, va per la sua strada. E sottolinea che essere super partes «non significa rimanere estranei al confronto delle opinioni».
Ma lo scontro nel Pdl ormai è esploso in tutta la asprezza e i fedelissimi di Silvio Berlusconi già teorizzano la scomunica del presidente della Camera.

Per Claudio Scajola le parole dell'ex leader di An lo collonaco di fatto fuori dal partito:«dimostrano una volontà e un'azione che è diversa dalla considerazione e dalla linea del Popolo della Libertà». «Si discute, si ragiona, si decide - dice il ministro dello sviluppo economico - ma la linea deve valere per tutti».
Fabrizio Cicchitto chiarisce che «non è consentito a nessuno rimettere in questione i capisaldi essenziali di questa linea» (quella del Pdl, ndr). «I nostri elettori - dice il capogruppo Pdl alla Camera - si ribellerebbero». E sottolinea: «Mai Berlusconi ha confuso la popolarità con l'immunità».
Maurizio Gasparri ritiene necessario un chiarimento tra Fini e Berlusconi. E ritiene che il presidente della Camera «ha diritto di dire come la pensa, ma nelle modalità non può non essere compatibile con il progetto e gli obiettivi del Partito della Libertà».
Fuori dal coro la reazione di Umberto Bossi che scarica la colpa sui cronisti: «Siete voi giornalisti che avete lasciato il microfono acceso». E Berlusconi? Secondo il leader della Lega «non si arrabbia perché è un signore e lo sa che è colpa vostra».

I quotidiani vicini al presidente del Consiglio chiedono le dimissioni dell'ex leader di An. Con lui sono rimasti i fedelissimi: Flavia Perina, Fabio Granata, al quale cadono le braccia di fronte alla «campagna di delegittimazione» contro il presidente di Montecitorio condotta dagli «ultrà» del Pdl, persone che «devono tutto a Fini».
A metà strada Gianni Alemanno che invita a «non dividersi in fazioni pro o contro qualcuno» e a lavorare «affinchè si rafforzi l'intesa tra Fini e Berlusconi». C'è il rischio che il presidente della Camera abbandoni il Pdl? chiedono i cronisti. «Assolutamente no», risponde il sindaco di Roma.

2 dicembre 2009
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