Ancora parole contrarie all'orientamento del governo (che pure con il ministro Maroni ha optato per una prudente retromarcia) dal presidente della Camera, Gianfranco Fini. Parole che non mancheranno di fare discutere. «Abbiamo il dovere di stroncare sul nascere qualsiasi forma di violenza, ma non c'è necessità nella nostra legislazione di approvare norme aggiuntive. Serve una corretta applicazione delle norme esistenti, ma questo è prerogativa del governo».

Superato il livello di guardia nei mesi e anni passati. Fini è intervenuto alla tradizionale cerimonia di auguri natalizi con la stampa parlamentare, delle ipotesi di nuove norme sul web e sulla piazza circolate in seguito all'aggressione subita dal premier Silvio Berlusconi. «La democrazia è equilibrata quando non concede nulla e combatte duramente un atteggiamento violento ma allo stesso tempo garantisce il massimo della libertà, a partire dalla libertà di espressione che è uno dei pilastri dell'ordinamento democratico», ha aggiunto Fini. Il fatto che ancora oggi «si auspichi» che l'appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, alla moderazione dei toni della politica venga ascoltato significa che «si è superato il livello di guardia nei mesi, negli anni passati».

L'auspicio: «Il 2010 sia l'anno delle riforme costituzionali condivise». Fini ha poi rinnovato il suo appello alle riforme costituzionali condivise. La terza carica dello Stato ha ricordato di aver espresso lo stesso auspicio un anno fa ma «un anno è passato invano: sarebbe davvero estremamente positivo e dimostrazione della comune volontà di girare pagina se il 2010 fosse l'anno che dà il via al processo di riforma della Costituzione con scelte che ovviamente sono in capo alle forze politiche che hanno ben chiaro tuttavia che sono numerosi i punti da tempo oggetto di discussione». Fini ha detto di auspicare che il 2010 «sia l'anno in cui il ddl di modifica della Costituzione relativa all'ultimo anello del federalismo, cioè la nascita di una camera delle regioni o un Senato delle autonomie, non solo venga avviato ma approvato. Sarebbe un fatto di notevolissima importanza».

Altro punto da affrontare secondo il presidente della Camera è «il rapporto tra potere esecutivo e legislativo con una gamma di interventi e soluzioni possibili già ampiamente dibattuti e sviluppati nel passato". Fini ha ricordato «il lavoro della passata legislatura» culminato nella bozza Violante. «Se c'è la volontà quindi sappiamo da dove si vuole partire», ha rilevato Fini il cui auspicio è che «nel rispetto di quegli articoli della Costituzione che parlano di riforma si proceda a una revisione della seconda parte della Carta quanto prima».

Maroni: nessuna legge speciale per il web. «La questione è oggettivamente controversa anche se non capisco alcuni commenti e polemiche. Comunque, è sicuro che non ci sarà alcuna legge speciale per il web e che nessuno l'ha mai pensata. Né che verranno creati reati specifici. Altrettanto certo è che non ci sarà alcuna censura». Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha anticipato, conversando con i cronisti in Transatlantico, i paletti in vista del Cdm di domani che dovrà discutere delle misure per evitare apologia di reato via web e garantire la sicurezza nelle manifestazioni politiche. Il ministro dell'Interno sottolinea più volte «non voglio forzature, specie in un momento come questo» e che dunque la via del disegno di legge è preferibile a quella del decreto, anche perchè consentirebbe di agire contemporaneamente sui due filoni, mentre per decreto bisogna 'dedicarsì a ciascuna misura singolarmente. (Al.An.)